Giulianova. “Nella giornata di oggi è comparso in città un inquietante striscione che inneggia alla liberazione del “Bel Renè”, ad opera dei militanti de ‘La casa del Popolo’”.
Lo haa dichiarato la Lega Giulianova che si definisce “da sempre impegnata a sostenere i valori della Legalità e l’azione delle Forze dell’ordine, condanna con decisione la suddetta iniziativa ed invita tutte le forze politiche cittadine ad unirsi nella stigmatizzazione di tale atto e ribadire con forza la condivisione dei principi di rispetto e tutela della vita umana e del patrimonio, esprimendo la propria vicinanza alle famiglie delle vittime, profondamente offese da tali insensate manifestazioni di solidarietà nei confronti di un criminale”.
“Renato Vallanzasca: chi è? Autore – spiega il partito di Salvini giuliese . di una lunga scia di omicidi, tra cui si contano quelli di sei poliziotti, un medico ed un impiegato di banca, responsabile di oltre 70 rapine a mano armata, 4 sequestri di persona e tre evasioni. Per la sua “carriera criminale” è stato condannato complessivamente a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione senza alcun beneficio, perché non ha mai posto in essere condotte indicative di un suo effettivo e totale pentimento”.
Nel frattempo lo striscione è stato commentato dal Campetto Occupato nella pagine Facebook: “Qualche giorno fa la Cassazione ha confermato la decisione emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano il 23 giugno 2020, che aveva rigettato la richiesta di libertà condizionale o semilibertà per Renato Vallanzasca. Vallanzasca ha 71 anni e ha trascorso la maggior parte della sua vita in prigione. É tornato in cella a Bollate nel 2014 dopo essere stato arrestato per aver cercato di rubare dei boxer per un totale di 50 euro all’Esselunga di viale Umbria a Milano. Questo episodio gli era costato la semilibertà di cui ‘beneficiava’. La Cassazione – nonostante il parere favorevole ai benefici espresso dall’equipe di educatori che segue Vallanzasca da quando la semilibertà gli è stata revocata quasi sette anni fa – gli ha anche negato il ritorno al lavoro esterno nella cooperativa per disabili dove già si era impegnato in precedenza”.
“Lo Stato intende per giustizia, il processo punitivo che impone a chiunque alzi la testa.
Lo Stato intende per giustizia, il monopolio dell’uso della forza e la vendetta nei confronti di chiunque non sta alle sue regole”, conclude il Campetto Occupato.