Sorprende e non poco il comunicato di Rigenerazione democratica regionale in quanto non mi sarei mai aspettato di scomodare il direttivo regionale per una ricomposizione naturale del centrodestra a Giulianova.
Sono sempre più convinto invece che ai cittadini interessi molto più ciò che si produce per la città in termini di servizi, opere pubbliche e tanto altro e interessino meno le irrilevanti questioni politiche, soprattutto in un momento molto delicato come quello che stiamo vivendo dove l’aumento generalizzato dei prezzi sta mettendo a dura prova la tenuta delle famiglie.
In ogni caso, gli stessi cittadini lo hanno dimostrato in maniera forte e decisa nel 2019 e lo hanno confermato domenica 25 settembre, ribadendo la loro fiducia al centrodestra, dopo tre anni e mezzo di governo regionale e di amministrazione comunale della città di Giulianova.
Ma se proprio qualcuno invoca la coerenza, il rispetto del mandato elettorale e l’etica, ricordo per primo a me stesso, che il coordinatore regionale di Rigenerazione Democratica Abruzzo, alle elezioni regionali del 2014 è stato candidato con la coalizione di centrodestra (Gianni Chiodi), ottenendo l’elezione con i voti del centrodestra per poi cambiare casacca e concludere il mandato come assessore della giunta regionale di centrosinistra a guida del Presidente Luciano D’Alfonso (PD).
A ciò si aggiunge che lo stesso rappresentante locale di rigenerazione democratica, che stimo come persona e collega, è stato candidato alle passate elezioni amministrative del 2019 con Forza Italia nella tradizionale coalizione di centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Idea per Giulianova) e ha appoggiato il sindaco Pietro Tribuiani, per poi transitare nelle file di Rigenerazione democratica (PD).
Inutile scomodare gli altri esempi del passato dove la coalizione di centrosinistra ha “ospitato” senza alcuna remora e/o etica, esponenti di altri schieramenti pur di rimanere ben salda sulla poltrona.
E’ evidente come Rigenerazione Democratica oltre ad essere stata bocciata alle recenti elezioni sia stata bocciata inesorabilmente anche in “etica”.
Matteo Francioni