Poi il percorso si è arenato e l’area politica avversaria all’amministrazione uscente non è riuscita nell’operazione di dar vita ad una lista.
Sbranchella, con dovizia di particolari, racconta la genesi della lista, ma anche gli avvenimenti successivi, che ne hanno stoppato l’avventura elettorale.
“Verso la metà del mese di aprile”, scrive Sbranchella in una nota dettagliata, ” è maturata, da parte delle forze di opposizione e di gruppi correlati, la volontà di convergere sul mio nome come candidato sindaco. Consapevole del brevissimo tempo a disposizione ma sostenuto dal largo schieramento rappresentato, ho accettato di raccogliere l’invito e provare a formare un gruppo non solo rappresentativo del territorio ma anche competente dal punto di vista politico e professionale.
La mia adesione è da ricondurre non tanto a velleità personali quanto alla volontà di dare una nuova prospettiva amministrativa al nostro territorio, estremamente bisognoso di voltare pagina.
Gli ultimi giorni. Malgrado si stesse lavorando bene, si stessero individuando i candidati, e vi fosse stato anche un avvicinamento richiesto dalla Segreteria del PD, (poi rientrato inspiegabilmente sui suoi passi preferendo i più sicuri lidi della maggioranza uscente), negli ultimi giorni ha avuto inizio un lento sfilamento dei candidati individuati, sciolti come neve al sole, che ha lasciato soltanto uno zoccolo duro, numericamente insufficiente e non esaustivo di un progetto qualitativamente alto.
Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da un clima posto in essere dai nostri avversari di seduzione e dissuasione costante e mirata verso molte nostre candidature affinché non si formalizzasse la lista così come era stata pensata.
Sin dal principio ho accettato di mettermi in gioco a patto che ne sussistessero le condizioni di coerenza e fattibilità. Con la situazione delineatasi, quella di non presentarmi è stata pertanto una scelta fortemente consapevole e caratterizzata da una manifesta coerenza. Non un flop ma una ragionevole decisione concertata con l’intero gruppo.
Lo scenario. Quello che è successo dopo lo conosciamo tutti, la maggioranza ha presentato la sua lista con gli pseudo-innesti del PD ed è comparsa una lista dalla sera al mattino di cui non esistono indiscrezioni precedenti a mezzo stampa, con candidato Sindaco il geometra Alberto di Carlo, sostenitore dell’amministrazione Di Pietro-Tulini, già assessore della Giunta Tulini, candidato nel 2013 con l’uscente Sindaca e partecipe anche alla serata (29 aprile) di presentazione dei risultati tenutasi a Villa Lempa.
Se davvero quella del geometra fosse una lista “Civetta”, come vocifera la piazza cittadina, non sarebbe altro che un mezzuccio per scongiurare e annullare i problemi di quorum. Personalmente non credo sia possibile che un’amministrazione tanto certa (o non lo è?) di un consenso sfoggiato sui social da conniventi lacchè e improvvisati tifosi possa ricorrere ad un simile espediente. Creare una lista civetta produrrebbe una crepa irrecuperabile e confermerebbe la fragilità e la debolezza della candidata Sindaco e, cosa ancor più grave, rappresenterebbe un ostacolo all’espletamento del sacrosanto principio di democrazia.
Le valutazioni. In risposta all’amico Giuseppe Zunica, padre di Elvezio Zunica, giovane Dirigente PD e promotore dell’unione PD – Di Pietro, che mi ha individuato tra i responsabili della mancata costituzione della lista, consiglio una più attenta analisi degli avvenimenti. In molti si sono adoperati fino all’ultimo minuto nel tentativo di creare una lista, sacrificando tempo ed energie per puro spirito di servizio. Era chiaro sin dal primissimo incontro che in molti, me per primo, non erano dell’idea di dover creare una lista a tutti i costi e di qualsiasi natura. La lista “rabberciata” o fortemente ridimensionata, garante di democrazia, non è mai stata presa in considerazione. Agli elettori deve essere proposto un progetto significativo e non una collezione di candidati con il semplice ruolo di portatori d’acqua, protesi ad un’ottica dell’orticello, senza slanci e reali ambizioni. Giammai un padre consiglierebbe al proprio figlio una scelta tanto incoerente e insensata. Riempire delle caselle vuote con persone completamente avulse dal contesto politico e amministrativo sarebbe stata una scelta priva di senso. La politica senza formazione non avrebbe senso.
Ai cittadini di Civitella, che hanno espresso nei miei confronti stima e vicinanza, nella triste consapevolezza che quella che ci attende sarà una lunga traversata nel deserto, dico che nel tempo che ci separa dal prossimo appuntamento elettorale non rimarremo mani nelle mani e lavoreremo sin da subito ad un’alternativa amministrativa e ad un sistema di controllo dell’operato della futura amministrazione.