Elezioni, “Alba svegliati”: l’intervento

Ogni luogo ha la sua storia degna di rispetto ed è proprio per questo che vedere Alba Adriatica abbandonata a sé stessa, molto lontana dalla cittadina industrializzata ed operosa che era sempre stata in passato, fa male.

 

Gli ultimi anni di gestione politica, piuttosto che farla virare verso una svolta decisiva, come promesso in campagna elettorale, l’hanno relegata, in realtà, sempre più ad un ruolo secondario.

Tutto questo perché, chi doveva e poteva, ha preferito chiudersi nel suo palazzo, forte di quella posizione acquisita con il voto, ritenendola il proprio punto di arrivo. Senza riflettere sul fatto che occupavano quel posto non solo per loro stessi, ma grazie a tutti quegli elettori che li avevano messi lì per farsi rappresentare e che in sostanza sono stati delusi nelle loro aspettative.

 

Un sindaco, o un qualunque rappresentante del popolo, deve realmente rappresentare quel popolo che lo ha voluto in quella posizione. Questa non è solo la democrazia a cui noi aspiriamo, ma è proprio quella a cui pensavano i fondatori di questa forma di governo. Chi ha il consenso del popolo, deve tenere presente che in quel momento ha su di sé tutte le speranze, le aspettative di persone che si fidano di lui, che si aspettano che venga fatto il meglio per migliorare la loro quotidianità.

Non si può cercare di farsi carico di un simile onere, per poi chiudersi nel palazzo e considerarsi arrivati, perché la posizione era l’unico scopo. Quella deve essere la partenza, lo sprone a dare il meglio di sé per una comunità che ha avuto fiducia. Una fiducia molto spesso tradita, in questi ultimi anni. Penso al lavoro per cui non è stato fatto nulla, alla sicurezza per i cittadini che viene sempre più meno. Alle politiche sociali tanto disattese. Chi elegge i propri rappresentanti vuole che poi facciano questo. Che pensino a migliorare le strade, la vivibilità della città, la qualità dei servizi, che attuino migliori politiche nel settore lavoro e nel sociale.

Ora che gli albensi sono di nuovo chiamati alle urne, penseranno di nuovo a tutto questo, nello scegliere i propri rappresentanti. Ed il problema che si pone, nella scelta, è come fare a sentirsi rappresentati. Se la scelta da una parte è tra chi ha governato, in maniera deludente, negli ultimi dieci anni e dall’altra tra persone che non hanno la minima esperienza in politica, cosa fare?  Certo, c’è chi spera nella presunta memoria corta degli elettori, ma forse ci troviamo in un momento storico in cui è difficile dimenticare quello che sta accadendo ed è accaduto.

L’unico augurio che posso fare a questa bellissima cittadina è che chi verrà eletto, abbia una buona memoria. Che ripensi agli sbagli che sono stati commessi in passato e lavori per far tornare Alba quella che era, fino a qualche anno fa. È il dovere che ha, nei confronti della fiducia accordatagli. Fiducia che non è una poltrona, o un ufficio. È la vita di chi ti si affida, una speranza, il volto di tante persone che ti guardano. E che non si può dimenticare.

 

(Rosario Dalli Cardillo Segretario Cisal Teramo)

 

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