Giulianova. “Proprio così, in Abruzzo la recessione economica sta causando sempre più delocalizzazione di diverse aziende e un nuovo esodo emigratorio dei nostri figli con la complicità delle ingenti spese sanitarie che questa regione non riesce a tenere sotto controllo”.
Lo a dichiarato Ginesio Picchini del Movimento 5 Stelle Giulianova, precisando che “nel 2017, la regione Abruzzo ha investito in sanità ,oltre ai 2,4 miliardi di euro provenienti dal Fondo Sanitario Nazionale, il 90% del PIL regionale, a fronte di una media nazionale del 50/60%, senza produrre eccellenze sanitarie, senza ridurre le liste d’attesa, senza limitare la mobilità passiva verso regioni italiane più virtuose e penalizzando tutti gli altri settori economici della regione, turismo compreso. Da quando la politica è entrata in sanità con la riforma delle U.L.S.S. (oggi A.S.L.) si è assistito in gran parte a speculazioni finanziarie, tramite convenzioni con la sanità privata, e politiche con la proliferazione clientelare non solo di ospedali ma anche di distretti sanitari di base. Senza alcuna logica di tipo demografico e topografico sono ancora operativi 21 ospedali e 63 distretti sanitari di base per una popolazione di appena oltre 1.315.000 abitanti”.
“Oltre alle 4 ASL coincidenti con i territori provinciali, abbiamo 8 ospedali e 23 distretti nel chietino, 6 ospedali e 20 distretti nell’aquilano, 3 ospedali e 15 distretti nel pescarese e 4 ospedali e 5 distretti nel teramano. Numeri da capogiro che finiscono con l’assorbire in maniera massiva e dispersiva quasi tutte le risorse finanziarie citate e utilizzate per pagare strutture, servizi logistici, personale amministrativo e sanitario piuttosto che per erogare servizi e prestazioni sanitarie essenziali e di eccellenza. In altre parole,
mentre si continuano a tagliare prestazioni e assistenza sanitaria necessari per la popolazione, nessuno si preoccupa di razionalizzare il numero delle strutture sanitarie al fine di ottimizzarne l’erogazione
dei servizi e l’utilizzo del personale. Ecco perché, al netto delle eccellenze che a fatica ancora resistono, in Abruzzo la sanità è costituita sostanzialmente più per chi ci lavora e non per chi deve curarsi. Brutto dirlo ma è proprio così! Questo trand fallimentare va invertito subito al fine di perseguire tre obiettivi prioritari:
rientrare nei parametri di spesa sanitaria previsti per legge, liberare risorse finanziarie per gli altri settori economici della regione Abruzzo e tendere alla produzione di una sanità sempre più di eccellenza”.
“Non affrontare in maniera seria e graduale questo problema che persiste da decenni, comporterà solo il peggioramento inesorabile della qualità della sanità e della vita economica nella nostra regione mettendo in seria discussione la credibilità politica dei futuri governanti alla stessa stregua di quelli passati”, conclude Picchini.