L’esito del ballottaggio di quattro anni fa tra Maurizio Brucchi e Manola Di Pasquale sembrava scontato dopo il risultato del primo turno. Di un soffio sotto il 50 per cento Brucchi, poco sopra il 25 per cento la candidata del Partito Democratico.
Due settimane dopo, però, fu testa a testa con Brucchi a prevalere con il 51,52 per cento e la Di Pasquale poco dietro al 48,48 per cento. Tutto ciò che per dire che gli equilibri del primo turno anche il prossimo 24 giugno, potrebbero essere stravolti. Giandonato Morra è politico esperto e sa benissimo che il 34 per cento racimolato domenica scorsa non può fargli dormire sonni tranquilli.
Dall’altra parte Gianguido D’Alberto sa altrettanto bene che la partita è aperta ma che la diplomazia nei prossimi giorni giocherà un ruolo fondamentale.
Difficilmente, salvo sorprese, si vedranno apparentamenti entro domenica prossima (limite temporale in cui bisognerà ufficializzarli). Ed altrettanto difficile sarà avere palesemente riscontri di accordi tra parti sfidanti al primo turno. Discorso diverso è ciò che succederà nelle segreti stanze, dove verranno decisi equilibri futuri e dove magari qualche accordo trasversale ci sarà, mettendo forse anche qualcosa sul piatto della bilancia.
Mauro Di Dalmazio si porta dietro un dodici per cento che farebbe gola sia al centrodestra che al centrosinistra: ipotizzare però un appoggio, anche nascosto, alla candidatura di Giandonato Morra dopo una campagna elettorale in cui le due parti non se le sono mandate a dire, è attualmente esercizio complesso. Paradossalmente Di Dalmazio ed i suoi, pur di non veder vincere quella parte di centrodestra non gradita, potrebbero decidere sottobanco di appoggiare il centrosinistra.
Anche Giovanni Cavallari porta con sé una percentuale interessante (più del dieci per cento) che potrebbe essere ovviamente gradita a D’Alberto: la presenza del Partito Democratico, però, con cui Cavallari ha da anni ormai un rapporto conflittuale, complica l’eventuale accordo. Molto, se non tutto, dipenderà da Tommaso Ginoble e Sandro Mariani, separati in casa (Ginoble avrebbe gradito il Pd appoggiasse Cavallari) ma che potrebbero fare fronte comune in vista del ballottaggio.
Alberto Covelli ed il suo cinque per cento, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe in odore di appoggio al centrodestra, anche in virtù della vicinanza di uno degli elementi di spicco, Alfonso Di Sabatino Martina, all’ultima parte del “governo” Brucchi. Ma è anche vero che Morra è appoggiato anche da chi, quella maggioranza, l’ha di fatto fatta cadere…
Paola Cardelli potrebbe invece lasciare libertà di voto o di astensione alla sua “Sinistra per Teramo”, scelta che potrebbe avanzare anche il Movimento 5 Stelle ai suoi elettori: i pentastellati sono infatti storicamente avversi ad accordi trasversali, salvo patto di governo nazionale con la Lega.
Insomma, i prossimi saranno giorni infuocati di incontri che incideranno in maniera probabilmente decisiva sull’esito del prossimo ballottaggio.