Alba Adriatica. Una ricostruzione non veritiera, approssimativa e un’accusa di partigianeria che proprio non vene digerita.
Alle accuse politiche di Città Viva, che ha espresso una posizione netta sugli interventi anti erosione, passati e presenti, Antonietta Casciotti replica con una nota molto circostanziata.
“Dopo un imbarazzante o forse “comodo” silenzio Città viva si esprime pubblicamente sull’intervento della spiaggia di alimentazione”, argomenta il sindaco. Si dirà: meglio tardi che mai! Ma, in questo caso, al ritardo si aggiunge, in relazione a considerazioni circa gli interventi messi in atto negli anni una “marea” di approssimazione che erode sia la correttezza che la completezza delle informazioni.
Ricostruzione parziale e non veritiera. “L’intervento del gruppo di Città Viva”, prosegue la Cascotti, “è frutto di una ricostruzione parziale dei fatti e degli atti storici legati al tema in oggetto che ha come unico scopo quello di intorbidire le acque, al fine di veicolare una ricostruzione manchevole e non veritiera.
Spiace constatare, ancora una volta, che questo è ormai un modus operandi consolidato da parte del gruppo di minoranza che incasella, maldestramente, una serie di inesattezze pari almeno al numero di autogol. Nel mettere in evidenza che, secondo loro, solo Tonia Piccioni alzò la voce sulle scelte compiute nel tempo dalla Regione Abruzzo ammettono apertamente che dunque, i consiglieri De Berardinis e Marconi, vicesindaco e assessore nel periodo 2008/2013, risultarono “non pervenuti” sul tavolo della storia”.
Sgarbo istituzionale. “Alla precarietà delle informazioni fornite”, si legge ancora, “si aggiunge il tentativo di imputare alla mia persona un fantomatico sgarbo istituzionale per non aver diffuso la nota con cui si promuoveva l’evento organizzato per la presentazione del progetto della spiaggia di alimentazione. Ma si omette di dire che tale evento è stato organizzato dalla Regione Abruzzo, nella persona del sottosegretario alla Presidenza Regionale, da cui io stessa ho ricevuto l’invito.
La mia storia personale non è mai stata contrassegnata da uno stile partigiano, inteso come comportamento “di parte” volto ad affermare la superiorità di una fazione sull’altra. Semmai, parlano per me la correttezza istituzionale e la volontà di composizione oltre il quadro e le logiche dominanti della politica.
Invito, a dimostrazione delle mie parole, qualora ne avessero perso traccia, di ripercorrere attraverso gli atti quanto compiuto sin dal mio insediamento (ma potrei dire sin dal mio primo insediamento nella pubblica amministrazione) per favorire una soluzione al fenomeno erosivo con pieno spirito di rispetto e leale collaborazione con le istituzioni sovracomunali nell’interesse del territorio e della comunità che rappresento”.