Tortoreto. I dubbi non sono stati fugati, forse accresciuti alla luce di quella che è stata la discussione in consiglio comunale, e il percorso legato alla realizzazione del nuovo depuratore intercomunale di Tortoreto, alimenta ancora polemiche ed interrogativi.
Ad agitarle è il gruppo consiliare Tortoreto nel Cuore (Pd e Pdci), che aveva sollecitato l’inserimento del punto all’ordine del giorno (assieme a Luca Palanca, consigliere del M5S).
Il commento post- consiglio affronta due ordini di questioni. Dalle considerazioni di natura tecnica sull’opprtunità, o meno, di scegliere l’attuale collocazione o prenderne in esame delle altre, e la fretta nel dare l’ok al progetto del Ruzzo, nonostante le tante perplessità (non ultima quella che al momenti sono disponibili fondi per realizzare metà impianto).
” Abbiamo chiesto all’amministrazione”, si legge in una nota del Pd e del gruppo consiliare Tortoreto nel Cuore, ” spiegazioni che entrassero nel dettaglio concreto della vicenda, che facessero emergere le ragioni che spingono a scegliere un determinato sito piuttosto che un altro, senza valutare le conseguenze che investono cittadini residenti, industrie, la tenuta idrogeologica che il territorio dovrebbe sopportare. La modifica del piano regolatore che tale decisione comporterebbe, la possibilità di valutare soluzioni alternative, compresa l’ipotesi di mantenere e potenziare l’attuale depuratore, perché il nuovo depuratore sarebbe realizzato solo a metà facendo rimanere attivo per almeno 7 anni il depuratore ritenuto pericoloso”.
In buona sostanza, è stato chiesto agli amministratori (erano presenti anche i vertici del Ruzzo) una valutazione collegiale degli interessi in ballo, anche in relazione alle possibili ripercussioni per la cittadinanza.
“A queste richieste l’amministrazione ha eluso nel merito ogni chiarimento”, si legge ancora, “trincerandosi dietro generiche risposte come “Ormai non possiamo più fare niente… non possiamo perdere i fondi….”
La storia dei tempi da rispettare, pena la perdita dei finanziamenti, è inaccettabile se c’è la necessità di migliorare il progetto e la tutela degli abitanti, ancor di più se si considera che si tratta di fondi pubblici, della collettività.
E la presenza di aula del presidente Forlini e del responsabile del progetto, a detta delle minoranze (anche se la sensazione è stata univoca) non avrebbe fatto chiarezza, anzi si sarebbero accresciute, anche in ordine alla possibile messa in sicurezza dell’attuale impianto, presente ridosso del Salinello.
Le minoranze, nel concreto, non hanno digerito il diniego a poter dare forma ad una speciale commissione speciale sul depuratore, etichettata come il fatto che il percorso tracciato, pena la perdita del finanziamento, non può essere mutato.
“Il vero pericolo, che alimenta i dubbi”, dicono ancora le minoranze, “è infatti la fretta e l’unilateralità con le quali si vuole procedere, che mostra inequivocabilmente la linea continuativa di intenti e di pratica politica con la precedente amministrazione Monti, che aveva dato silenziosamente il via al progetto.
Un risultato, però, lo abbiamo raggiunto: la convocazione nel più breve tempo possibile dei capigruppo e del sindaco con i tecnici del Ruzzo competenti del progetto, per un incontro con i presidenti della giunta regionale e provinciale, per valutare con più attenzione tutte le dinamiche che possano portare maggiori riflessioni, partendo da una proroga dei tempi per attivare il progetto, alla valutazione di altri siti locativi, fino al completamento del finanziamento o alla deroga per ampliare e mettere in sicurezza il depuratore esistente”.