Atri. “Quando si parla del San Liberatore, ormai, siamo abituati a operazioni di chiusura e accorpamenti, non certo al rilancio della struttura ospedaliera. Per fortuna, però, episodi come questo ci riportano con i piedi per terra, a dimostrazione del fatto che siamo davanti a un presidio di eccellenza a cui la popolazione del nostro comprensorio può e deve fare riferimento”.
Con queste parole il consigliere regionale del Pd Luciano Monticelli commenta la notizia relativa all’innovativo intervento eseguito all’ospedale di Atri, dove, nel reparto di chirurgia generale, una donna è stata sottoposta alla masectomia per tumore e ricostruzione immediata della mammella con risparmio del muscolo gran pettorale, normalmente utilizzato per ricoprire e proteggere la protesi mammaria impiantata.
“Una grande soddisfazione – continua Luciano Monticelli – che conferma le motivazioni che mi hanno spinto finora a difendere il presidio ospedaliero e dimostra che le precedenti volontà di chiusura di reparti e quant’altro non rendono onore né alla struttura e al personale che ci lavora, né tantomeno alla storia e alla cronaca quotidiana di questo nosocomio”.
L’intervento è stato infatti eseguito proprio al San Liberatore per la prima volta in Abruzzo. Non solo. Al momento sarebbero solo 80 quelli eseguiti con questa tecnica addirittura in tutta Europa. Un traguardo notevole per il presidio di Atri, perché l’innovativo sistema evita alla donna sottoposta a intervento chirurgico il trauma della menomazione, che diventa ora contestuale all’asportazione all’impianto della protesi.
“L’auspicio – conclude il consigliere regionale del Pd – è che notizie come questa possano essere dunque motore e stimolo perché si possa cominciare una reale azione di rilancio dell’offerta ospedaliera e sanitaria del San Liberatore, che merita questo e altro. Non si tratta di essere esigenti, ma semplicemente di rivendicare la giusta attenzione per un nosocomio di eccellenza lasciato per troppo tempo nell’ombra”.