Civitella del Tronto, tassazione, Di Pietro: dalle opposizioni solo disinformazione

Civitella del Tronto. Operazione disinformazione. La definisce così Cristina Di Pietro, sindaco di Civitella del Tronto, di fronte all’ennesima attacco della minoranza sulla pressione fiscale cittadina.
Il sindaco non usa tanti giri di parole e bolla come pseudo-verità quelle veicolate dai tre consiglieri di minoranza.
Primo appunto. L’addizionale Irpef allo 0,8%, il massimo per legge senza scaglioni di reddito e agevolazioni.
” L’aumento dell’addizionale” spiega la Di Pietro, ” al quale fa maldestamente riferimento la minoranza è stata deliberata in consiglio comunale nell’ottobre 2012, dalla passata amministrazione. Io mi opposi a quell’aumento, con l’astensione a verbale.
Ma c’è molto di più: il consigliere D’Alessio, che era in maggioranza come vicesindaco, votò a favore del provvedimento e oggi me ne attribuisce la paternità.

Si continua a menare il can per l’aia, nel tentativo, molto poco riuscito, di alzare un polverone che possa oscurare quello che stiamo realmente facendo”, aggiunge il sindaco.
Il primo cittadino, poi, analizza i numeri legati alla tassazione.

” L’indice di indebitamento è del 5,61% sulle spese correnti (limite fissato all’8%)”, prosegue, ” diminuito da 444.000 euro del 2012 a 409.000 del previsionale 2014.
La Tari è diminuita rispetto al 2013, raggiungendo la soglia del 50% di raccolta differenziata, con oltre 50.000 euro di risparmio nel servizio di raccolta dei rifiuti.
Sulla Tasi, abbiamo dimostrato, con esempi di calcoli e studi effettuati dal Corriere della Sera, come il nostro Comune abbia deliberato aliquote e detrazioni ben al di sotto della media nazionale. Abbiamo evitato la tassazione sugli immobili artigianali, studi professionali, negozi e terreni, introducendo un meccanismo di detrazioni che privilegiasse chi ha immobili meno pregiati e le famiglie con figli a carico. Siamo uno dei pochissimi Comuni italiani (2,75%) ad aver introdotto una detrazione TASI specifica per i nuclei familiari con all’interno persone diversamente abili.
Abbiamo stanziato oltre 57.000 euro le spese per i servizi socio-assistenziali, un buono mensa scolastico costa ancora due euro e 40
Sono state razionalizzate le spese della telefonia mobile con un risparmio stimato di oltre il 70%.
Tutto ciò, nonostante il taglio dei trasferimenti Statali di oltre 300mila euro”.

 

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