Teramo, il Pd attacca Brucchi: “Si metta una mano sulla coscienza”

Teramo. Il gruppo consiliare del Partito Democratico attacca senza mezzi termini il sindaco Maurizio Brucchi dopo le recenti vicende degli aumenti dei buoni pasto per le mensa scolastica e quello generalizzato delle tasse.

 

“Si dovrebbe mettere una mano sulla coscienza – sottolinea Manola Di Pasquale – Prima deve ridurre il numero di assessori in Giunta o le loro indennità, poi si può permettere di chiedere nuovi sacrifici ai cittadini. Con il taglio di cinque assessori, si potrebbero recuperare 200mila euro l’anno da reinvestire in compartecipazioni per i buoni pasto e scuolabus. Brucchi ha avuto la possibilità di scegliere se applicare o meno la Tasi al massimo, ha scelto la massima tassazione. Questo sindaco sembra appena nominato, invece è già al secondo mandato e se è incapace di scegliere le tassazioni minori, è perché in precedenza ha amministrato male”. Però, prosegue la Di Pasquale, “i nove assessori ed il presidente del Consiglio Comunale hanno le indennità al massimo”.

Le fa eco il capogruppo del Pd in Consiglio, Gianguido D’Alberto: “L’amministrazione dovrebbe fare un passo indietro. Parliamo della refezione scolastica: il sindaco ha detto di aver istituito una nuova fascia di reddito dopo la protesta della mamme (che martedì saranno ospiti su Raitre a “Ballarò”; ndg), ma non ha specificato dove si prenderanno i soldi per permettere la nascita di questa nuova fascia, che comunque non è sufficiente, sono necessarie più fasce di reddito sulle quali basare poi il costo della mensa”.

E sul trasporto scolastico: “Il sindaco si è dimenticato di tutelare le famiglie più numerose – prosegue D’Alberto – Invece bisogna ridurre i costi per secondo e terzo figlio. Le minori iscrizioni non sono imputabili al consigliere Verna, che si è sempre battuto per la sicurezza dei pulmini. Questa amministrazione sceglie di ridurre i servizi ed aumentare i costi per le famiglie”.

Chiusura sull’energia elettrica: “Fino a luglio abbiamo già speso un milione e 200mila euro, la stessa cifra spesa nell’intero arco del 2013 per l’energia elettrica – conclude D’Alberto – Quale vantaggi e risparmi sta dando la figura dell’energy manager voluta dall’amministrazione comunale?”.

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