Elezioni provinciali: il programma di Renzo Di Sabatino

Teramo. Si avvicina la scadenza per le elezioni di secondo livello (riservate solo agli amministratori) per disegnare la nuova ossatura delle province italiane.

 

 

Tra quelle chiamate al voto, il prossimo 12 di ottobre, c’è quella di Teramo, che vedrà confrontarsi, per la carica di presidente, due candidati: Renzo Di Sabatino, a capo di una lista di centrosinistra e Gabriele Astolfi, che al contrario capeggia due liste di centrodestra.
Nelle ultime ore Renzo Di Sabatini, ex sindaco di Bellante e capogruppo uscente del Pd in Provincia, ha reso noto le linee programmatiche legate alla sua corsa verso la presidenza della Provincia di Teramo.

Il documento programmatico diffuso da Renzo Di Sabatino

Prima ancora di ogni altra considerazione è indispensabile spiegare ai cittadini, ai quali negli ultimi due anni è stato trasferito il messaggio che “le provincie sono state abolite”, chi siamo, cosa andiamo a fare e cosa rappresenta questo “Nuovo Ente” che viene fuori da una riforma sicuramente frettolosa e pasticciata. Le Province, comunque le si chiami non sono state abolite; e questo perché nessuno sa come gestire le funzioni di area vasta -strade provinciali, territorio, fiumi, ambiente – che peraltro né i Comuni, né le Regioni hanno intenzione di prendere in carico. Chiarito questo aspetto, la verità è che siamo comunque di fronte a una grande opportunità e ad un nuovo importante ruolo, per certi aspetti molto più forte del passato, che questa riforma conferisce ai Comuni, veri protagonisti nello scenario funzionale di questo nuovo Ente. Le amministrazioni comunali, alle prese con una dissanguante “spending review”, e con poco personale alle prese con servizi diretti di enorme incidenza pubblica, possono finalmente mettere insieme le forze e sedersi attorno a un unico tavolo per affrontare, e risolvere, annose questioni, ridotte spesso a paralisi da un frustrante quanto miope approccio campanilistico. La forza della nuova Provincia sarà tutta qui, ma se sarà compresa diventerà la leva per conferire una grande autorevolezza al Teramano, che ne ha più che mai bisogno in uno scacchiere regionalistico quanto mai complesso. La Provincia Stazione Appaltante dei Comuni La riforma “Del Rio” consegna al nuovo Ente Provincia una funzione molto significativa: quella di stazione appaltante; d’intesa con i Comuni la provincia quindi potrà esercitare una vera e propria “governance” degli investimenti, dei Progetti comunitari e dei servizi di rilevanza economica (questi ultimi oggi spesso impropriamente esercitati da Enti o agenzie operanti in ambito provinciale o subprovinciale) Il punto nodale consiste dunque nella piena presa di coscienza da parte di tutti che la Nuova provincia di Teramo non sarà più ente intermedio tra Regione e Comune, bensì “la casa dei Comuni”, ossia il luogo in cui troveranno elaborazione, sintesi e risoluzione le esigenze e i bisogni che oggi provengono dal territorio, e rispetto ai quali la dimensione comunale non è più in grado di dare, da sola, risposte risolutive. Una razionale e moderna gestione e manutenzione della rete viaria È esperienza comune e quotidiana di ogni teramano la condizione divenuta davvero insostenibile della rete viaria provinciale. Né l’impresa, né il turismo, né la qualità della vita dei cittadini potranno essere rilanciate se non si affronta in maniera decisa e netta la questione nodale della mobilità, cioè anzitutto del risanamento della rete viaria provinciale. Da dieci anni né la Regione né lo Stato hanno mantenuto i loro impegni sui trasferimenti delle risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria; la farraginosità e la lentezza degli iter procedurali e progettuali, l’assenza di un’autorevole “governance” degli investimenti, hanno fatto il resto. La nuova Provincia vanta corposi e numerosi crediti verso gli enti sovraordinati: insieme con i Comuni la prima azione sarà quella di aprire una vertenza per farsi restituire quanto tolto, e di studiare una razionale suddivisione del territorio provinciale per aree d’intervento, in maniera da procedere secondo priorità e con certezze determinate. Non dovrà più accadere che interventi e finanziamenti vengano realizzati sulla base di scorciatoie opportunistiche o accordi di parte; abbiamo la possibilità di creare un unico grande team di progettazione che includa e armonizzi le risorse professionali della Provincia e quelle dei Comuni in maniera da eliminare tutte le lentezze e gli ostacoli che oggi rendono insopportabilmente lunghi e tortuosi tempi e iter dalla programmazione alla realizzazione degli interventi. Stesso discorso di cooperazione andrà fatto per la manutenzione delle strade. Comuni e Provincia potranno far confluire e unire le forze in un’unica squadra tecnica di manutenzione, che potrà avvalersi di un parco automezzi da mettere a disposizione delle Amministrazioni Comunali. 4. Ambiente Il settore energia della Provincia di Teramo ha ottenuto in questi anni importanti risultati, grazie anche alla collaborazione con – e dei – Comuni. Di contro, permane da anni uno dei problemi che più incidono nella vita dei cittadini, sia a livello di costi che di sostenibilità ambientatale: quello della gestione del ciclo dei rifiuti. Non esiste l’autonomia impiantistica; e pur a fronte di un alto livello di raccolta differenziata, che peraltro facciamo pagare assai salatamente ai cittadini, continuiamo a trasportare i rifiuti fuori provincia e fuori regione; un fattore, questo, che incide pesantemente sul reddito complessivo sulla comunità teramana e sugli indicatori di occupazione. Dal 2006 milioni di euro vanno altrove, e sono di fatto sottratti alle nostre risorse: sfida ineludibile della nuova Provincia sarà unire tutti i Comuni per far ripartire un virtuoso ciclo di gestione dei rifiuti, mirando all’autosufficienza degli impianti di trattamento e smaltimento all’interno del territorio provinciale. Altro nodo, e altro paradosso: la Provincia abruzzese più ricca d’acqua soffre di un grave problema idrico, dalla montagna alla costa. Sono convinto che lavorando con applicazione su questo fronte, all’interno del quale peraltro esistono ampi di miglioramento e di razionalizzazione rispetto a costi di gestione sproporzionati e reti di distribuzione non più adeguate, potremmo ribaltare una situazione che oggi è incomprensibile e inaccettabile. Sugli ambiti fluviali va immediatamente superata la schizofrenica gestione imposta dal modello attuale, che prevede che sullo stesso ambito fluviale intervengano più soggetti istituzionali con competenze frammentate e sovente conflittuali, a tutto discapito di interventi veloci, efficienti e razionali. 5. Scuola Nonostante le difficoltà, abbiamo il patrimonio scolastico più importante e più moderno d’Abruzzo: 27 istituti suddivisi in 8 poli scolastici. Ma una irrazionale gestione di questo patrimonio non ha tenuto conto, in questi anni, dei profondi mutamenti intervenuti sulle iscrizioni, ciò ha determinato abnormi costi di gestione, di manutenzione, di spese energetiche, a discapito di risorse che potevano essere utilizzate per salvaguardare e implementare i servizi degli studenti. Andrà dunque messo in pista un razionale piano di riorganizzazione, accorpando laddove è necessario, e mettendo in comune – laddove è possibile – strutture di servizio e strutture amministrative. Quello che fino a oggi non è stato fatto anche per il mancato accordo fra territori, oggi può trovare soluzione nel tavolo comune della nuova Provincia. 6.Trasporti La Provincia è stata in questi anni assente in termini di pianificazione dei servizi di trasporto; esistono interi territori  che non hanno nessun collegamento con i centri comunali di erogazione di servizi ( scuole, ospedali, poste….). Si può invece pianificare una programmazione più efficace ed efficiente attraverso le autorizzazioni e controlli  in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale. La nuova Provincia verificherà anche la possibilità di mettere in sinergia tutto il sistema di trasporto scolastico comunale, attraverso una unica gara per tutti i Comuni che vorranno partecipare unitariamente all’affidamento del servizio. Pianificazione territoriale Da molti anni la Provincia è impegnata in un processo di pianificazione territoriale all’interno del quale armonizzare gli strumenti comunali e le recenti modifiche normative, sia statali che regionali, vanno nel senso di privilegiare la pianificazione più vaste rispetto a quelle strettamente comunali. Coerentemente, la Provincia dovrà per forza di cose svolgere un ruolo fondamentale, onde evitare uno scriteriato consumo del territorio e uno sviluppo contraddittorio all’interno di ambiti omogenei. In passato Provincia e Unioni di Comuni hanno predisposto diversi piani strategici, rimasti però sulla carta, e dunque inoperanti anche rispetto alla possibilità di un loro pur parziale finanziamento. Compito della nuova Provincia sarà quello di mettere insieme i vari piani, e verificare con tutti i settori interessati la possibilità di accedere a finanziamenti per aree territoriali omogenee. La progettazione e la partecipazione ai bandi comunitari dovrà partire dalle esigenze che vengono rappresentate dal basso con progetti che hanno reali ricadute sui territori per evitare che risorse comunitarie, soldi nostri, vengano spesi in progetti non congruenti e non utili sprecando, di fatto, risorse economiche e professionali che andrebbero più razionalmente impiegate. Lavoro Sociale e Cultura Sono deleghe e competenze che secondo la legge Del Rio la Provincia non gestirà più; di fatto però non sono ancora state destinate ad altri Enti. I centri per l’impiego secondo il Job-Act torneranno alle Regioni, mentre sociale e cultura dovrebbero essere gestite direttamente dai Comuni. Il rischio in questa fase di incertezza è che ci si trovi senza pianificazione e senza servizi. Sempre nell’ambito del lavoro la difficile fase che le aziende teramane stanno vivendo impone un’attenzione politica ed istituzionale straordinaria. Pertanto le Relazioni Industriali e le Aree di Crisi saranno seguite direttamente dalla Presidenza. Sarà compito della nuova Provincia monitorare attentamente questa fase di transizione per evitare che si dilatino i tempi delle scelte. Priorità assoluta per la sorte dell’enorme e autorevole patrimonio rappresentato dalle istituzioni culturali gestito direttamente, come nel caso della Biblioteca Delfico, o sostenuto indirettamente – Musei, Istituto Braga etc etc – che da troppo tempo vivono una situazione di totale e insopportabile incertezza. In ogni caso, ai fini della valorizzazione di tutto il patrimonio storico e culturale esistente, la Provincia lavorerà per mettere in rete le strutture gestite dai singoli Comuni. Sanità L’Ente non ha competenze dirette, ma ha il dovere di interessarsi degli indirizzi generali in materia sanitaria, data l’importanza che riveste nelle società avanzate. La provincia di Teramo sarà il luogo ove tutti i Sindaci proveranno a superare insieme le difese particolari dei territori, che nel corso degli anni si sono rivelate perdenti, rilanciando l’idea degli Ospedali Riuniti Teramani ovvero di un unico grande Ospedale strutturato sui quattro plessi di Teramo, S.Omero, Giulianova e Atri, ciascuno con le proprie eccellenze ed unicità accanto ai necessari servizi di emergenza ed assistenza territoriale. L’Ente Provincia L’organizzazione dell’Ente Provincia, così come accade per tutta la pubblica amministrazione italiana, è chiamato a un salto di qualità nel segno dell’innovazione e della razionalizzazione dei costi. Un risultato che può essere raggiunto non attraverso tagli lineari ma solo attraverso la formazione e la riqualificazione del personale, e la riorganizzazione dei settori sulla base dei nuovi compiti provinciali, cioè della natura di stazione di appaltante comune e del compito di supporto amministrativo progettuale e programmatorio alle amministrazioni comunali. Un processo di qualificazione delle professionalità del personale tutto che non può che passare, recuperando il tempo perduto, attraverso la digitalizzazione dell’Ente e dei servizi, e la messa in rete con tutte le amministrazioni locali. In questo contesto i settori andranno necessariamente riorganizzati e accorpati, applicando alla dirigenza i criteri previsti dalla legge – e fra questi quello della rotazione -, prevedendo reali meccanismi premianti collegati ai risultati. In un quadro di costante riduzione delle risorse trasferite agli Enti Locali bisognerà poi affrontare il problema dei costi complessivi del personale, recuperando risorse sulle figure apicali. La nuova pubblica amministrazione, così come ci viene consegnata dalle recenti riforme e dalle istanze pressanti dei cittadini, non potrà che essere fondata sull’aumento della complessiva produttività dell’Ente, che andrà raggiunta con un’organizzazione più equa, più solidale e più motivata. Organizzazione e risorse per il personale saranno quindi determinati sulla base delle esigenze della collettività, e non più sottomesse a una vecchia logica, non più funzionale, autoreferenziale e burocratica. Sotto il profilo finanziario, ferma restando una forte battaglia per avere a disposizione le risorse disponibili, in modo tale da evitare di incidere pesantemente sui cittadini attraverso le imposte provinciali, sarà necessario razionalizzare l’utilizzo del consistente patrimonio immobiliare al fine di ridurre le spese per affitti, e dismettere gli immobili non più funzionali alle competenze dell’Ente.

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