Teramo, le mamme scendono in piazza. Duro confronto con l’assessore Romanelli FOTO VIDEO

protmamme1Teramo. Una protesta annunciata, che si è concretizzata questa mattina a piazza Martiri della Libertà. Dopo l’aumento di 80 centesimi per il servizio di refezione scolastica deciso nei giorni scorsi, le mamme (ma anche i papà) sono scese in piazza per protestare contro la decisione dell’amministrazione comunale. Ed i toni si sono particolarmente accesi quando, dopo quasi un’ora, si è presentato l’assessore alla Pubblica Istruzione Piero Romanelli.

 

L’assessore (alcune mamme dicono che lo hanno invitato a rispondere alle domande, “prelevandolo” dal vicino bar Grande Italia) ha avuto un lungo confronto con i genitori che, da tempo prima, avevano animato piazza Martiri con cartelli (ironici e pungenti) all’indirizzo dell’amministrazione comunale. Mamme e papà puntano il dito contro la Giunta per l’aumento varato nei giorni scorsi del servizio mensa, sottolineando come sia mancata una comunicazione adeguata dello stesso ed invitando l’amministrazione a fare un passo indietro, riducendo il numero degli assessori (nove) o l’ammontare dei loro stipendi.

romanelli prot“E’ vero, è mancata la comunicazione – ha esordito Romanelli nel faccia a faccia – C’è stato un ritardo. Abbiamo rifatto l’appalto e c’è stato un aumento, perché il mercato imponeva questo”. Ed all’annotazione di una mamma sul contributo basso del Comune per il servizio, l’assessore ha glissato (più volte). “Noi forniamo la carta igienica, riverniciamo le scuole, forniamo libri, penne e matite – ha spiegato un nonno – Perché un Comune deve colpire ancora la povera gente? Non devono essere i bambini a pagare questa situazione”. “Invece di colpire noi – ha fatto eco un papà – Lei o Brucchi rinunciate ad uno stipendio (il sindaco e Romanelli percepiscono anche quello da medici, ma quello “politico” lo hanno dimezzato; ndg), tagliate gli assessori”. 

Concluso il confronto con un sostanziale nulla di fatto, la protesta delle mamme (hanno promesso) andrà avanti. 

Una mamma messa in mora. Tra le tante storie di genitori da raccontare, ce n’è una che, forse, colpisce più di altre. “Io sono stata messa in mora dal Comune per 500 euro – ha raccontato una mamma di quattro bambini – L’anno scorso ho presentato la domanda di esenzione per le mie due figlie. Non vedendo arrivare il badge e chiedendo spiegazioni, a febbraio l’Ufficio Comunale mi ha detto che ero in mora di 250 euro. Ho fatto notare che avessi anche un’altra figlia ed ero, in effetti, in mora anche per lei. Ho sottolineato che da anni sono esente, ma mi hanno risposto che nella pratica inviata mancava la domanda di esenzione”. E continua: “Mettiamo caso io abbia sbagliato, ma perché me l’hanno comunicato solo nel febbraio scorso? E non ad ottobre dello scorso anno? Mi è stato risposto che il Comune non ha i soldi per avvisare al telefono, né per mandare mail. Ma, dopo quel giorno, di mail con la richiesta di mettermi in regola me ne sono arrivate 22. Ho fatto la domanda di esenzione e da febbraio sono stata esente. Quindi perché non potevo esserlo prima? Non può essere retroattiva? Di conseguenza adesso non ho né il servizio mensa per le mie due figlie, né il trasporto scolastico, né avrò il servizio mensa per la quarta figlia che comincerà l’anno prossimo. Non solo, verrò anche iscritta in una società di recupero crediti”.

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