Tortoreto. L’analisi della sconfitta elettorale, a Tortoreto, nel Pd, arriva e produce effetti chiari.
Nico Carusi, in predicato anche di essere il candidato sindaco della coalizione, ha lasciato il partito.
Decisione, forse, già maturata nelle settimane successive al confronto elettorale, ma che è stata di fatto ufficializzata nel corso dell’ultima riunione del direttivo, al quale ha preso parteanche il segretario provinciale, Gabriele Minosse.
L’analisi della sconfitta elettorale, illustrata dal segretario locale Mauro Di Bonaventura e dal consigliere di minoranza, Mauro Postuma, non hanno trovato in sintonia Carusi, che ha deciso di imboccare, politicamente parlando, una strada diversa.
” A mio avviso”, spiega Nico Carusi, ” sarebbe stato più onesto e costruttivo, da parte dei dirigenti locali del partito, un esame critico di quello che è accaduto, visto che hanno voluto in progetto fallito già in partenza.
A due mesi dalle elezioni” prosegue Carusi, ” gli stessi dirigenti, ancora in carica e non dimissionari come da più parti si auspica, continuano ad accampare scuse e appigli per non accollarsi le colpe di una sconfitta che invece di vede responsabili in prima persona”.
Carusi, dunque, dice basta dopo aver vestito i panni del capogruppo di opposizione durante il mandato del sindaco Gino Monti.
” Resta perplesso”prosegue, ” nell’ascoltare le affermazioni di Postuma, contrario alle primarie e alla mia candidatura a sindaco (la lista Tortoreto nel Cuore è stata capeggiata poi da Flaminio Lombi, ndr). Purtroppo
non lo sapremo mai se con me o con un qualsiasi altro giovane, da
lui e da altri dirigenti di partito mai voluti, avremmo vinto. Certo è che la
“vittoria sicura” o “a mani basse”, pronosticata da Postuma e da qualche altro
dirigente del partito, si è tramutata in una sconfitta annunciata.
I cittadini sono rimasti delusi dalla scelta fatta e di come sia maturata la candidatura a
sindaco del centrosinistra, perchè si aspettavano un seguito a quanto, sul
territorio, era stato fatto da un gruppo consiliare che, seppur giovane e
battagliero ma sempre presente, mai si è piegato al sistema Tortoreto”.
Strali vengono lanciati anche all’indirizzo del segretario, Mauro Di Bonaventura, ” colpevole di aver
nascosto la sua aspirazione alla candidatura, a me e al partito negata ogni
qualvolta veniva chiesta, idea tuttavia allora sostenuta sia da parecchi
cittadini che da alcuni fedelissimi del circolo. La presunzione e l’arroganza
di personaggi accentratori è prevalsa a tal punto che la scelta del candidato
sindaco, non è stata frutto di una volontà popolare ma figlia di un progetto
voluto a tutti i costi dai tesserati di partito, tra i quali Postuma, Porrea ed il
vice segretario Doria”.
Critiche vengono espresse anche sulle scelte post-elezioni con i ruoli assegnati nelle commissioni consiliari
ad alcuni compomenti della maggioranza.
” Il Pd purtroppo, a Tortoreto”, chiosa Carusi, “continua a soffocare il rilancio, negando ai giovani l’opportunità di crescere. Fino a quando i partiti consentiranno ai propri dirigenti di arrogarsi il diritto di agire in maniera indipendente rispetto alla volontà popolare, la credibilità della politica resterà bassa.
- A quei dirigenti accecati dal preconcentto, bigotti e chiusi politicamente, dico
che avrebbero dovuto quantomeno permettere un confronto popolare tra tutti
coloro che, sulla base del lavoro svolto negli ultimi anni, avevano manifestato
una aspirazione. Avete preferito scegliere e ad un certo momento, imposto una
strategia priva di coraggio, che è naufragata in una sconfitta senza appelli e
senza attenuanti”.