La denuncia arriva dal Movimento 5 Stelle di Giulianova, che precisa: “un bando pubblico talmente mal concepito, confuso e pastrocchiato che sollevò le ire degli Ordini professionali degli Architetti e Ingegneri della provincia di Teramo, chiedendone l’immediato ritiro; gli Ordini rilevarono la completa mancanza di trasparenza nella scelta del progettista e una scarsa chiarezza nell’oggetto stesso del bando. L’azzeccagarbugli locale continuò nel suo disordine burocratico con la stesura di un nuovo bando ma anche questo gli fu contestato dagli organi di controllo; tanto fu la magra figura nel non sapere rispettare la minima norma del codice degli appalti che l’architetto del pasticcio abbandonò, insieme al suo ‘capo-Mastro’, l’idea di risistemare Piazza Della Chiesa”.
Per gli attivisti giuliesi “una storiella detta così simpatica appartenente alla vecchia legislatura, per intenderci quella dell’assessore Forcellese capace di disegnare una pista ciclabile improbabile su via Nievo per poi eliderla il giorno seguente (tanto che importa sono soldi dei contribuenti) e invece no! Eccoci! In apertura di nuova legislatura il nostro pasticcione ci riprova con un nuovo avviso di concorso sempre su nomina fiduciaria, per cercare tecnici a cui affidare la costruzione di 18 alloggi a canone sostenibile, per lavori edili di completamento del Kursal e per un parcheggio in via Bellini. Stessa procedura, stesso guaio!”
Il Movimento 5 Stelle Giulianova “chiede una volta per tutte, trasparenza nella scelta dei professionisti che devono operare sul patrimonio pubblico, attraverso bandi di gara che prendano in considerazione i curriculum professionali in rapporto ad un’offerta economica, criteri necessari e sufficienti per reperire le migliori competenze sul mercato in relazione al costo della spesa che grava sulla collettività. Proponiamo inoltre, per evitare pasticciacci brutti e indigesti ai cittadini, di far selezionare la rosa delle candidature ad una commissione esterna, lontana da questa nuova ma vecchia amministrazione che predilige la clientela alla qualità dei lavori, il voto di scambio al risparmio economico: il tipico modo di agire disgustoso che abbiamo visto a livello Nazionale con il partito unico Pd-Fi nella gestione degli appalti pubblici del Mose a Venezia e dell’Expo’ 2015 di Milano. Chiediamo pertanto – conclude la nota – che il bando venga annullato e riscritto per interno con altre modalità meno opache senza l’utilizzo sistematico dell’appalto fiduciario, ma questa volta non dal simpatico architetto combina guai”.