Atri. Il sindaco di Atri Gabriele Astolfi cambia le carte in tavola, come in una partita a poker, ma in quanto a progettualità siamo ancora a zero. È duro il commento del Gruppo consiliare del Pd atriano dopo l’ufficializzazione dei giorni scorsi relativa al rimpasto della Giunta Comunale.
“Probabilmente la pesante sconfitta alle Regionali, che ha sicuramente fatto vacillare tanti sogni preelettorali, l’arrivo del mega appalto per la gestione dei rifiuti e la lungaggine della rotonda di Viale Gran Sasso hanno reso urgente la sistemazione dei tasselli all’interno della Giunta” si legge in una nota.
Un cambio di rotta che, secondo il gruppo di opposizione cela semplicemente una “assenza di progettualità e di volontà di dar vita a un nuovo corso”.
Ne sono la testimonianza i numerosi “passi indietro” nell’attribuzione dei settori di competenza riservati agli assessori ducali. Si pensi solo alla cultura ed al turismo che tornano nelle mani di Domenico Felicione, dopo una parentesi gestita da Umberto Italiani, che torna ad occuparsi di sport e ambiente, com’era nella passata legislatura. Di sociale torna ad occuparsi Giammarco Marcone, mentre la scuola resta “territorio” del confermato vice sindaco Piergiorgio Ferretti. Finanze, tributi e patrimonio restano i settori di competenza di Alessia Faiazza, mentre il primo cittadino ha voluto mantenere per sé le deleghe ai lavori pubblici, alle attività produttive ed alla sanità.
“Mentre Sindaco ed Assessori si scambiano deleghe ed insulti” aggiunge ancora il Pd “noi atriani paghiamo i conti di un’amministrazione chiusa nell’interesse del proprio orticello. E’ stato notato sicuramente da tutti che la rimodulazione delle deleghe è macchiata da un grave sospetto di conflitto di interesse. Ambiente ed ecologia, Sanità, Impianti sportivi, Magazzino, Istruzione: non c’è un settore in cui non sia coinvolto nella gestione un familiare dell’assessore responsabile o l’assessore stesso. Un Sindaco leale verso i suoi cittadini, ritenendo di non dover comandare, ma di amministrare nel segno della trasparenza e della correttezza, avrebbe sicuramente gestito le deleghe valorizzando le competenze e soprattutto eliminando il conflitto di interesse, al solo fine di amministrare meglio. Tutti i settori della nostra città sono in crisi. Il bilancio ha una grande crescita di mutui e anticipazioni di cassa che non rispettano i parametri di legge; la manutenzione ordinaria viene scambiata per lavori pubblici; le scuole e le strutture comunali non hanno agibilità anche dove recentemente sono stati spesi centinaia di mila euro; i famosi e onerosi piani sono fermi lì e non c’è una palestra comunale agibile”.
Serve un cambio di rotta, concludono. E in fretta.