E non si può certo dire che la sua presenza sia passata inosservata in città. Arrivato verso le 9.30, Pannella si è fermato a parlare con i giornalisti, mentre amici o semplici cittadini lo avvicinavano per fargli gli auguri di buon compleanno. Una giornata diversa, anche perché il leader dei Radicali è reduce da un intervento all’aorta addominale ma, nonostante questo, non ha fermato la sua continua lotta alle condizioni disumane in cui versano i detenuti nelle carceri italiane. Per farlo, dopo l’intervento, aveva iniziato lo sciopero della sete, interrotto grazie alla telefonata di Papa Francesco giunta la settimana scorsa, che ha invitato Pannella a riprendere a bere promettendogli aiuto nella battaglia che porta avanti da tanti anni. “Bergoglio? La storia d’Italia ha come momento centrale il cattolicesimo liberale – ha spiegato Pannella – Papa Bergoglio rappresenta la rivincita della spiritualità e dei valori”. Pannella aveva lanciato tra l’altro un appello proprio a Papa Francesco, affinché chiedesse amnistia ed indulto sulla scia di Papa Wojtyla.
Il rapporto con Teramo. E a chi gli chiede com’è tornare nella sua città natale, Pannella non esita a rispondere in dialetto teramano (come ha fatto spesso durante la mattinata): “Tornare a Teramo? E chi se n’ajt mai? So che 84 anni fa mia madre voleva ritardare di un paio d’ore la mia nascita, altrimenti l’avrebbero accusata di avermi fatto nascere il primo maggio. La cosa più bella che ho fatto in 84 anni? Non pensare mai agli anni trascorsi. Come mi sento? Mi sento poco, altrimenti mi annoio”.
Per finire, Marco Pannella si è concesso un brindisi con un caffè.