Teramo. il presidente della Provincia di Teramo non ci sta e respinge le accuse dopo le notizie rimbalzate questa mattina su alcuni quotidiani, che vogliono la società in-house Teramo Lavoro non aver pagato la quota Iva inerente il Fondo Sociale Europeo per le politiche del lavoro.
«La settimana scorsa l’amministratore della società ha ricevuto un verbale della Guardia di Finanza in cui si contesta il mancato pagamento dell’Iva – spiega il presidente Catarra – La società ha operato fuori campo Iva, ha giustificato il comportamento che è stabilito da diversa normativa, ritenendo di dover applicare questa norma. Anche perché, se dovessimo versare l’Iva sui contributi, quanto denaro toglieremmo alle persone alle quali invece quei fondi sono destinati? Qualcuno potrebbe pensare che la Provincia si sia intascata i soldi dell’Iva, ecco perché voglio chiarire questa situazione, che può essere opinabile, ma che chiariranno i commercialisti». E continua: «Il Vadevecum del Fondo Sociale Europeo stabilisce che l’Iva non vada versata e così si fa anche in altre regioni d’Italia (il presidente cita la Toscana; ndg). Non abbiamo ritenuto di dover applicare l’Iva in questo campo, ma in altri settori invece è stato fatto».
Capitolo province. Nel caos generato dalla decisione del Tar della Liguria, che ha dichiarato illegittimo l’articolo 23 della spending review (che prevede l’abolizione degli enti, peraltro già dichiarato incostituzionale), si apre uno spiraglio per la sopravvivenza delle Province: «Il Consiglio di Stato ha sospeso la decisione del Tar, ma si fa sempre più consistente la proposta avanzata dal Nuovo Centro Destra, ovvero quella di proporre un decreto che possa lasciare le Province al proprio posto, almeno fino a che il governo non adotti una legge costituzionalmente valida. Ma c’è anche un’altra possibilità – conclude Catarra – quella di votare il prossimo maggio per rinnovare l’ente e poi decidere se andare a fine legislatura. Io cosa farò in questo caso? Dovrà rivalutare la mia posizione ed eventualmente candidarmi».