Teramo. Il candidato sindaco delle tre liste civiche “Il Popolo di Teramo”, “Teramo 3.0” e “Movimento 139”, Gianluca Pomante, risponde a suon di flauti a chi gli aveva dato del “pifferaio” (conferenza stampa anticipata da due flautisti) e snocciola i numeri della crisi in provincia di Teramo e, più in generale, in Abruzzo.
Numeri che sono la conferma a un qualcosa che è già evidente guardandosi attorno: il numero dei cassaintegrati è raddoppiato in provincia, la disoccupazione è in crescita (4,9% in Abruzzo), gli stessi numeri evidenziano come Teramo sia la seconda città in Italia per fallimenti dopo Pordenone.
“La politica non può più dire quello che farà, deve scendere in strada, parlare con la gente e capire come si vive con 500 euro al mese – ha spiegato Pomante – Stiamo sprofondando in un precipizio. Non è vero che non abbiamo un programma, saranno i cittadini a redigerlo in base alle loro richieste. Bisogna abbassare la pressione fiscale e chi è nella stanza dei bottoni al momento deve prendere le decisioni più giuste per il cittadino”.
E poi affonda contro quella che lui definisce la politica dei bluff: “Gli assessori Gatti, Guardiani e Romanelli hanno gestito per cinque anni le strategie in materia di finanziamenti europei, formazione e di lavoro. Quali risultati hanno ottenuto venendo pagati con soldi pubblici? Non devono proclamare quello che faranno, ma parlare di quello che hanno fatto”.