Bellante. Le amministrazoni comunali di Bellante, Mosciano e Campli hanno deliberato il ricorso al Tar del Lazio – conferendo l’incarico all’avvocato Paolo Colasante – contro il Ministero per lo Sviluppo che ha autorizzato le compagnie Gas Plus Italiana, Medoilgas e Petrorep Italia a ricercare idrocarburi liquidi e gassosi nei propri territori.
Il Comune di Bellante, insieme agli altri comuni, già in passato avevano fatto sentire la loro voce contro i diversi programmi di trivellazione e si apprestano a proseguirne l’impegno come è emerso dalla riunione che si è svolta a Bellante, promossa dal sindaco Mario Di Pietro congiuntamente con l’assessore all’Ambiente, Ennio Chiavetta e che ha registrato la partecipazione di molti sindaci, ben oltre quelli delle amministrazioni locali direttamente“colpite” dal provvedimento del Ministero.“Abbiamo registrato un’ampia partecipazione anche da parte delle comunità non direttamente interessate; è ovvio, una simile operazione non mancherà di avere riflessi negativi su tutta la provincia – dichiara il Sindaco – altre amministrazioni comunali seguiranno il nostro esempio, tutte si oppongono al principio che scelte così impattanti possano essere assunte senza che cittadini ed enti locali abbiamo la possibilità di comprendere, condividere ed elaborare presupposti ed obiettivi di queste scelte; senza, insomma, che vi sia un’attenta analisi del rapporto costo-benefici. O meglio, è assolutamente chiaro chi sono i beneficiari:società private che lucrano su beni pubblici, mentre nulla viene detto dei costi che pagano le comunità e i cittadini ai quali questi beni vengono sottratti”.All’incontro erano presenti anche il WWF Abruzzo, i rappresentanti del Comitato <Difesa beni comuni> e il professor Enzo Di Salvatore, associato di Diritto Costituzionale dell’UniTe, da tempo impegnato sui temi della cittadinanza attiva e della politica ambientale. Di Salvatore affiancherà le amministrazioni locali nella loro battaglia civile e legale contro le trivellazioni.L’esito positivo del procedimento autorizzativo ha la sua pietra angolare nella StrategiaEnergetica Nazionale varata dal Governo Monti e rilanciata con enfasi dal Governo delle“larghe intese”. La “Colle dei Nidi” è solo una piccola parte di quel distretto minerario in cui,secondo i piani della SEN, dovrà trasformarsi l’Abruzzo (“Ritenuto che il permesso di ricerca possa essere conferito al fine di valorizzare per mezzo della ricerca le risorse nazionali di idrocarburi in attuazione degli obiettivi programmatici individuato nella Strategie Energetica Nazionale, approvata con decreto interministeriale 8 marzo 2013,”);Il testo del provvedimento, purtroppo, non lascia dubbi: “… è accordato per anni sei, a decorrere dalla data del presente decreto, il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi egassosi, convenzionalmente denominato Colle dei Nidi, in territorio delle provincie di Teramo ed Ascoli Piceno”.