“La presenza sul torrente di un monolite di quelle dimensioni – spiega in merito – aumenta la pericolosità, perché in caso di pioggia si trasformerebbe in un vero e proprio ‘tappo’”.
Da qui la necessità di accelerare i “tempi burocratici”, che hanno letteralmente messo al palo l’intervento di messa in sicurezza.
“La Provincia – continua la Alonzo – ha atteso per mesi una risposta da Società Autostrade ed Anas per un’autorizzazione a procedere nelle cosiddette “fasce di rispetto”. Ringrazio di cuore l’assessore Romandini, perché ha dato il massimo impegno e ha cercato tutte le vie istituzionali per procedere con la massima regolarità, ma è venuto il momento di rivestirsi di autorità. Il denaro necessario c’è, la ditta è stata individuata e non ci sono problemi di ordine tecnico”.
A causare ritardi a un intervento fondamentale per l’incolumità pubblica e privata sarebbero, dunque, soltanto lungaggini di tipo burocratico.
“E’ tutto pronto da un anno – tuona ancora l’assessore pinetese – e, poiché non è possibile venirne a capo con la burocrazia, dobbiamo a questo punto usare il coraggio”.
La Alonzo invita pertanto Romandini a procedere con un’ordinanza, “perché – chiosa – la burocrazia non può a questo punto essere più rispettata, ma va riformata. Siamo disposti ad affiancarlo: il primo atto di riforma può provenire proprio da noi. Spingiamo da soli il monolite e mettiamo un punto a questo rimpiattino di responsabilità, segno di un’Italia che non funziona e di una burocrazia veramente kafkiana”.