Costa teramana, il 118 in estate è part time: la protesta di Verrocchio

ambulanza-notteTeramo. “Voglio dirlo ora a scanso di equivoci: è assurdo che le ambulanze medicalizzate di Alba Adriatica e Silvi per il periodo estivo rimangano attive solo dalle otto alle venti, lasciando scoperta la notte”. Queste le parole del consigliere provinciale del Pd Robert Verrocchio, a proposito del servizio del 118 estivo sulla costa teramana.

“Non lo dico io, ma gli operatori, che il momento più delicato per i soccorsi d’urgenza è la notte” ha proseguito Verrocchio “quando sono più probabili gli incidenti sulle strade o le emergenze ‘pesanti’, visti anche i tanti locali aperti sulla costa e i turisti presenti che fanno aumentare di molto la popolazione. Perché non si è deciso di attivare queste due postazioni h24?”.

Le due postazioni del 118 con il medico a bordo dell’ambulanza, ad Alba Adriatica e Silvi Marina, saranno attive per il solo periodo estivo, dal 1 luglio al 31 agosto.

“Ovviamente spero e mi auguro con tutto me stesso che non accada nulla” ha aggiunto il segretario provinciale del Pd “ma la rete di emergenza deve essere approntata proprio per far fronte, appunto, ad emergenze e nel minore tempo possibile. Durante la notte, per tutta la costa teramana, con tutti i turisti, l’unica ambulanza con il medico a bordo rimane quella di Giulianova, insieme ad un’automedica, esattamente come d’inverno, quando la popolazione è molto minore e già i tempi di intervento sono tirati al massimo. In pratica, se avviene qualcosa di giorno si è fortunati, se avviene di notte bisogna incrociare le dita. Non si dica, per favore, che è una questione di costi, perché aggiungere due infermieri e due medici non è una spesa che andrebbe a rovinare le casse della sanità. Si tratta di una scelta di cui non se ne comprendono le motivazioni. Queste non sono il tipo di decisioni che possono essere prese a metà. Tutto questo, senza considerare la mancanza cronica di personale nei nostri pronti soccorso, che ormai scoppiano e in cui ci scappano le attese di ore. È inutile far ricadere le colpe sul personale, che è chiaro che fa quello che può. Stiamo parlando di un settore in cui ogni minuto rubato all’attesa può fare la differenza tra la vita e la morte. Vogliamo tornare ad investire seriamente sulla medicina d’urgenza, sia sulla costa che nelle zone interne, o vogliamo aspettare che avvenga l’irreparabile?”

 

Impostazioni privacy