Giulianova. Nonostante la recente sentenza della Corte costituzionale, che ha confermato la soppressione delle 220 sezioni distaccate dei tribunali italiani, il sindaco Francesco Mastromauro non è affatto intenzionato a mollare la presa riguardo al futuro degli uffici giudiziari di Giulianova, in particolare sulla prospettiva di ubicarvi la Sede secondaria del Tribunale di Teramo.
Sull’iniziativa, presa dallo stesso sindaco il 13 novembre scorso, con l’istanza inviata al Ministero della Giustizia, si era registrata, nel corso di una riunione tenutasi il 13 marzo nello studio del presidente del Tribunale di Teramo Giovanni Spinosa, l’unanime convergenza da parte della Camera Civile, dell’Ordine degli Avvocati e dello stesso presidente del Tribunale di Teramo, con l’intesa di presentare una istanza congiunta al Dicastero di via Arenula.
Il 20 maggio scorso il sindaco aveva scritto ai partecipanti all’incontro per sollecitare la presentazione dell’istanza, facendo seguire a questa, l’8 luglio, la richiesta di un incontro con il presidente Spinosa per fare il punto sulla situazione, visto il mancato inoltro dell’istanza congiunta.
“Ma nessuna sarà la strada praticabile, e quindi non vi sarà alcuna prospettiva, senza rimuovere un ostacolo fondamentale che si frappone all’istanza congiunta” commenta il primo cittadino. “L’ostacolo è proprio il ricorso al TAR firmato dal Comitato degli avvocati appositamente costituitosi contro il provvedimento del presidente Spinosa relativo alla non iscrizione a ruolo delle cause nelle cancellerie delle Sezioni distaccate di Giulianova ed Atri. Rimanendo in piedi quel ricorso, sarà impossibile presentare l’istanza congiunta al Ministero della Giustizia per fare si che Giulianova possa aspirare ad essere Sede secondaria del Tribunale di Teramo. In tutta onestà, devo confessare di non comprendere il motivo di questa inerzia, tenuto conto che proprio nella riunione del 13 marzo si era concordato di dare seguito all’iter presentando istanza congiunta al Ministero e ritirando, perché elemento ostativo, il ricorso al TAR. Per cui, se dopo quella riunione fosse stato mantenuto l’impegno preso, inoltrando tempestivamente l’istanza al Ministero, oggi probabilmente la sede secondaria sarebbe cosa fatta”.