Giulianova. “Non abbandono la mia città”. Con queste parole, durante la conferenza stampa in Municipio, Francesco Mastromauro ha annunciato la decisione di non dimettersi dalla carica di sindaco di Giulianova e rinunciare a candidarsi alle prossime elezioni regionali.
Una decisione che ha sorpreso tutti, dopo l’ok ricevuto, durante l’Unione comunale di martedì sera, dalla maggioranza del Partito Democratico locale. Il sindaco ha motivato la sua scelta criticando anche la legge elettorale che costringe i sindaci a dimettersi molti mesi prima delle votazioni, lasciando la città nelle mani del Commissario Prefettizio.
“So che per molti è un colpo di scena. Evidentemente non mi si conosce a fondo, o si è sottovalutato il mio spirito di servizio e il mio amore per Giulianova – ha dichiarato il sindaco – Non faccio commissariare la mia città, perché la politica non è, né deve essere, un ufficio di collocamento, ma un vero, sincero servizio a favore della collettività. Occorre senso di responsabilità e rispetto per i cittadini, che meritano ogni e più ampia attenzione, e che giustamente vogliono che gli impegni presi vengano mantenuti. Ringrazio naturalmente il mio partito per la stima e la considerazione riposte in me; io rimango a fare il sindaco, non mi candiderò alla Regione, ma . prosegue Mastromauro – rimango comunque, come più volte chiestomi, a disposizione del PD per offrire il mio contributo per il rinnovamento, garantendo lo stesso impegno e serietà riversati nel mio ruolo di sindaco. Perché occorre ripensare, non a parole ma nei fatti, il ruolo della politica. Che deve recuperare, e questo è assolutamente fondamentale, prossimità e aderenza ai problemi della collettività, dare risposte congrue ed efficaci alle istanze delle persone, specie in questo momento di drammatica crisi economica e nei valori, e, soprattutto, gettare a mare schemi mentali e comportamentali ormai anacronistici. La politica, e per quanto mi riguarda è sempre stato così, non è una rendita di posizione o economica, né un coacervo di privilegi o, peggio ancora, un trampolino di lancio per assecondare personali ambizioni. La politica – conclude il primo cittadino – è bella, a patto però che venga vissuta come impegno e come attenzione: quindi senza mai rinunciare allo spirito di servizio che ne è, e deve continuare ad esserne, il lievito e la cifra caratterizzante”.