Invitati dai residenti siamo andati a fare un sopralluogo in Via Atessa e in Via Gramsci a Chieti, un “budello” in pendenza senza vie di uscita di circa 700 metri di strada comunale, accessibile dalla Colonnetta dal curvone nei pressi di un ex mobilificio; una zona con circa 5 famiglie residenti che sembra uscita direttamente dal film anni Ottanta “Non ci resta che piangere” di Roberto Benigni e Massimo Troisi.
Infatti, per un attimo ci è parso incredibilmente come di fare un salto all’indietro nel tempo per quello che nello stupore più assoluto abbiamo potuto constatare: la strada di che trattasi con pendenza elevatissima, sembra proiettata nel XXI secolo direttamente dal Medioevo, non c’è l’asfalto, ma breccia e terra, manca ancora il gas metano e non esiste alcuna illuminazione pubblica. Questa situazione permane praticamente da sempre, nonostante le innumerevoli segnalazioni al Comune e le promesse di tutte le amministrazioni a tutt’oggi non mantenute. La signora Grande che vive in Via Atessa dal 1969, ci racconta che praticamente da oltre quarantanni nonostante il boom economico del Paese, l’urbanizzazione, nella loro zona la civiltà moderna non è mai arrivata, poiché la strada è rimasta sempre sterrata e l’illuminazione pubblica è assente. Il signor D’Arcangelo, invece, ha tenuto a precisare che la zona è anche sfornita di gas metano. La strada è praticamente una mulattiera e ciò crea innumerevoli problemi ai residenti e ai visitatori che oltre a rischiare di rompersi l’osso del collo ogni giorno e di danneggiare i propri veicoli, d’inverno devono indossare degli scarponi a causa del fango; addirittura anche gli operatori ecologici avrebbero avuto delle difficoltà a scendere a causa della pericolosità della strada e riferiscono i residenti che, addirittura, ad un certo punto non sarebbe venuto più nessuno a raccogliere l’immondizia se non avessero protestato; quando è inverno e fa notte presto, a causa del buio che avvolge la strada, si è costretti a non uscire a piedi o a rincasare all’imbrunire perché praticamente non si vede più nulla e non si sa dove poter mettere i piedi; inoltre, la zona è pressoché totalmente sfornita di metano e probabilmente per cucinare ci si arrangia con le bombole o i fornelli da campeggio o direttamente col caminetto, mentre per lavarsi si potrebbe usare solo lo scaldabagno o in alternativa, per chi ha denaro a sufficienza, dei pannelli solari. Stesso discorso vale anche per Via Gramsci, continuazione di Via Atessa, che, nonostante sia in pieno centro urbano di Chieti, sembra più il tracciato di un tratturo che una strada comunale. I residenti sono esasperati, poiché questa situazione è ormai diventata insostenibile, chiedono solo di essere ascoltati, perché anche se sono pochi, sono cittadini con diritti e doveri come tutti gli altri e non meritano di essere trascurati. Tra l’altro, negli ultimi anni le famiglie nella zona sono aumentate e non si può abbandonare al proprio destino una seppur piccola comunità, non si può far finta di interessarsi alle proprie problematiche solo quando si ha bisogno di voti. Come si può constatare, non è proprio tanto anacronistico parlare a tutt’oggi di “Chieti Medievale”, poiché in certi aspetti sembriamo non essere proprio progrediti in secoli e millenni di storia. Pertanto, come era stato promesso dai nostri amministratori, si chiede all’amministrazione comunale di: 1) installare il prima possibile dei lampioni di pubblica illuminazione nella zona; 2) di asfaltare Via Atessa e Via Gramsci; 3) di fornire il prima possibile la zona di gas metano.
articolo sulla segnalazione tratta da www.censorinoteatino.blogspot.it