Atri, presunte illegalità in Consiglio Comunale: la Destra torna alla carica

atri_comuneAtri. La segreteria comunale de La Destra Atri torna alla carica sulla questione relativa alle presunte illegalità in Consiglio Comunale.

Nello specifico, il dito é tutto un tanto sull’assessore alle Finanze che, a detta della rappresentanza locale del partito di Storace, potrebbe aver percepito gettoni di presenza e benefits che in realtà non gli sarebbero spettati, non essendo rappresentante di nessun gruppo indipendente. Da qui, la denuncia e la richiesta di chiarimenti da parte dello stesso amministratore. Che, tuttavia, ha preferito fare spallucce, spingendo la segreteria de La Destra a minacciare il ricorso alle autorità giudiziarie e contabili competenti.  LA NOTA DE LA DESTRA ATRI. Credevamo di esser stati abbastanza chiari, evidentemente non è stato così visti i comportamenti dell’Assessore successivi ai nostri comunicati, atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con le regole non scritte di buona e diligente amministrazione; l’unica cosa che è riuscito a rispondere l’Assessore è che non gli interessa cosa dice il nostro Segretario di partito riguardo al suo ricoprire la carica di capogruppo con conseguente introito di gettoni di presenza, ma probabilmente non ha capito che non è questo che gli deve interessare. Ciò di cui si sarebbe dovuto preoccupare, invece, sarebbe stato lo svolgere con giustezza il suo compito in rappresentanza dei cittadini, nonché la percezione che di sé dà agli elettori, ma questo è un problema suo e non nostro. Proseguendo, l’Assessore dice che la minoranza non ha eccepito alcunchè in Consiglio Comunale, ma dimentica che ciò che fa la minoranza non è la verità assoluta, un Amministratore non dovrebbe rendere conto semplicemente alla minoranza consiliare ma alla popolazione e, se i Consiglieri di minoranza di centrosinistra non sono intervenuti per segnalare e cercare di sanare queste situazioni non consone, vuol dire che hanno mostrato la stessa poca diligenza e ne dovranno rendere conto ai cittadini anche loro, ma anche questo è un problema loro e non nostro; infine l’Assessore si giustifica affermando che anche un consigliere comunale di minoranza si trova nella stessa situazione di capogruppo in un “Gruppo unipersonale”, ma probabilmente non si è reso conto di aver fatto con questa dichiarazione una figura ancor più magra nei confronti dei cittadini, in quanto dimostra che in questi 5 anni in Consiglio Comunale non ne ha imparato il Regolamento né è andato a rileggerselo dopo le nostre segnalazioni, in quanto invece, pur non dovendo essere noi i suoi avvocati difensori, il Consigliere, a differenza dell’Assessore, aveva il diritto di formare un gruppo in quanto lo stesso faceva riferimento a un partito politico, quindi in linea con il comma 2 dell’articolo 7 del Regolamento del Consiglio Comunale. Rimaniamo infine esterrefatti per quanto riguarda la situazione del voto in Giunta dell’Assessore, in una transazione riguardante suoi parenti; solo pochi giorni dopo aver dichiarato che “Le persone interessate dalla transazione sono effettivamente miei parenti, ma non so se il grado di parentela possa condizionare la validità della delibera. Ho chiesto un approfondimento al segretario comunale.”, ammettendo di fatto di aver votato quella delibera e che stava verificando se quel voto avrebbe potuto inficiarla, l’Assessore ha fatto pervenire una comunicazione all’Amministrazione in cui ha affermato che nella circostanza di quella delibera non era stata riportata la sua astensione e, a seguito di questa nota, in data 6 aprile è stata approvata una Delibera di Giunta di modifica, in cui si riportava la presa d’atto di questa astensione e la rettifica della precedente delibera nell’indicazione dei favorevoli e degli astenuti. Qualcosa non torna, perché l’Assessore ha prima dichiarato che stava verificando se il suo voto inficiava la delibera e poi ha affermato l’opposto, e cioè di essersi invece astenuto senza che venisse riportato? Se l’è ricordato all’improvviso dopo un vuoto di memoria momentaneo o ha cercato di rimediare in maniera maldestra per dare una parvenza di legalità? Anche in questo caso, però, la delibera rimane comunque illegittima in quanto, secondo la Legge suffragata da sentenze fino al Consiglio di Stato, l’Assessore non doveva solo astenersi dal voto bensì avrebbe dovuto allontanarsi dalla seduta, e se anche questo caso sarà cercato di sanare con una nota, dovremmo rilevare che sono veramente tante le cose che il Segretario Comunale avrebbe dimenticato di segnalare nella citata Delibera di Giunta. A questo punto, per il senso di giustizia e di difesa della cittadinanza che ci pervade, dopo aver provato bonariamente a segnalare episodi da noi ritenuti non consoni e aver ricevuto in cambio solo la solita presupponenza di onnipotenza, non abbiamo potuto far altro che dare mandato ai nostri legali di verificare tutte le situazioni citate, per poter portare le giuste segnalazioni alle autorità giudiziarie e contabili.

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