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Arriva la Tares, Confindustria scrive ai sindaci teramani: più attenzione alle aziende in crisi

Teramo. In considerazione del delicato momento che sta attraversando l’economia del territorio, Confindustria Teramo ha invitato i Sindaci della provincia di Teramo ad operare una riflessione attenta circa la pressione fiscale che grava sulle imprese.

In particolare, l’Associazione degli industriali teramani ha chiesto un’applicazione “virtuosa” della Tares,  la nuova tassa rifiuti e servizi , suggerendo anche alcune aree industriali che andrebbero esentate  dalla tassazione.  Ha, inoltre, offerto la propria disponibilità  ad un confronto, proponendo eventuali incontri territoriali con gli imprenditori. Le richieste sono contenute in una lettera che il direttore, Nicola Di Giovannantonio, ha indirizzato nei giorni scorsi a tutti i sindaci della provincia.

“La drastica riduzione operata nei mesi scorsi dei trasferimenti dallo Stato agli Enti locali” scrive Di Giovannantonio “è stata accompagnata da una maggiore autonomia delle amministrazioni periferiche che, oggi più di ieri, hanno la possibilità di incidere sulla fiscalità come leva per lo sviluppo territoriale. Confindustria Teramo già in passato ha manifestato forte preoccupazione per l’impatto delle imposte comunali sul sistema delle imprese che, in alcune circostanze, hanno finito per aggravare la già delicata situazione economica e finanziaria di alcune attività. In questo contesto, andrebbero introdotti correttivi e/o agevolazioni per favorire le attività economiche e la crescita delle imprese, in vista della sostituzione della vecchia Tarsu con la nuova tassa rifiuti e servizi (Tares) a partire dal 2013”.

Un punto, questo, su cui l’Associazione ha chiesto ai sindaci una riflessione attenta dato che il sistema delle imprese provinciali “non è più in grado di sopportare ulteriori incrementi della pressione fiscale complessiva” e un ulteriore incremento “andrebbe, da un lato, ad appesantire i costi aziendali e, dall’altro, ad aggravare la già delicata situazione di ordine finanziario, con pericolose ricadute sull’equilibrio della gestione aziendale e sull’occupazione”.