Riccardo Mercante si dimette da consigliere provinciale

mercante_idvTeramo. Riccardo Mercante lascia. Il consigliere provinciale di opposizione, eletto nel 2009 nelle fila dell’Idv, e poi dopo lo strappo con il partito, rappresentante del gruppo indipendente, si dimette.

La decisione è stata ufficializzata in una lettera indirizzata ai colleghi (oramai ex), al presidente della giunta provinciale Valtera Catarra e a quello del consiglio Mauro Martino. Diverse le ragioni alla base della decisione, che forse si è forgiata in maniera definitva nel corso dell’ultima seduta del consiglio provinciale. 

 

La lettera

“In questi tre anni e mezzo di breve esperienza politica mai avevo visto toccare un punto così basso dal consiglio provinciale”, scrive Mercante. “Nella seduta del 7 febbraio gli argomenti da discutere erano tre: i dipendenti licenziati della Teramo Lavoro, il taglio alle indennità e ai rimborsi dei gruppi consiliari ed il progetto virtuoso rifiuti Zero per dire addio al cancerogeno inceneritore e proporre un indirizzo per risolvere lo stato emergenziale del settore. Quisquilie per la maggioranza di centro destra che dopo 40 minuti di conclave, per bocca del suo capogruppo, ha avuto il coraggio di rinviare tutti i punti all’ordine del giorno motivandolo con la mancanza di tempo dovuta agli incalzanti impegni della campagna elettorale.                                                                  

 Una sorta di legittimo impedimento modello Teramo, avallato dall’inspiegabile silenzio dei partiti di opposizione, nei confronti di “piccole” emergenze quali l’occupazione, i costi della politica e la salute pubblica. Uno schiaffo in faccia alle decine di ex-dipendenti presenti in aula e al rispetto delle istituzioni che autocertifica , semmai ce ne fosse stata ulteriore prova, l’umiliazione del proprio ruolo istituzionale e la deriva del modo di fare una “certa” politica. Un modo che non mi appartiene,  atteggiamenti che reputo all’antitesi di una gestione dignitosa e democratica della cosa pubblica.                                            Non è mia intenzione fare facili generalizzazioni, e diverse eccezioni ci sono, ma confesso di provare forte disagio.                                            

Alla luce di queste considerazioni e coerentemente con quanto già annunciato  nell’ Aprile scorso quando uscii dall’ Italia dei Valori denunciandone le anomalie gestionali in tempi certamente non sospetti, ritengo corretto che a concludere la consiliatura sia un esponente eletto sotto gli stessi ideali, o presunti tali, dello stesso partito.                                                          

 Desidero rivendicare con orgoglio alcune tra le principali tematiche perseguite con atti istituzionali, senza lesinare impegno e che continuerò a seguire, quali la battaglia contro le trivellazioni petrolifere per tutelare l’unicità delle caratteristiche paesaggistiche e socio-economiche del nostro territorio, quella a salvaguardia della riserva naturale del Borsacchio, l’aver sollevato per primo le criticità della conduzione Teramo Lavoro, l’esposto ancora pendente alla corte dei conti sui doppi incarichi e sulle doppie indennità degli eletti. Infine la soluzione ecosostenibile all’emergenza rifiuti che sono sicuro il Partito Democratico e gli altri porteranno a compimento con sentita convinzione.Saluto rispettosamente tutti i dipendenti della provincia, gli ex lavoratori della Teramo Lavoro in modo particolare, tutti i rappresentanti del consiglio e più in generale quanti mi hanno consentito di fare questa prestigiosa esperienza che credo di aver svolto al meglio delle mie capacità, seppur minime, ma certamente a schiena dritta”.

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