Atri. “Da un consigliere regionale che ha fatto campagna elettorale prevalentemente preoccupandosi dei problemi del San Liberatore ci si aspetterebbe comprensione ed ascolto sui problemi della sanità locale e regionale ed invece questo signore, che siede in consiglio Regionale grazie soprattutto ai voti degli utenti del nosocomio atriano e che percepisce un lauto ‘stipendio’ pubblico, non perde occasione per attaccare pubblicamente un comitato che è portatore di 16000 firme di cittadini dell’Area Vasta”.
Inizia così la replica del Comitato San Liberatore non si tocca alle dichiarazioni del consigliere regionale, Luciano Monticelli, aggiungendo di aver “perso ogni contatto con i cittadini e con il suo territorio, preferendo discutere della situazione dell’Ospedale San Liberatore all’interno delle segreterie di partito o avvalendosi di comunicati stampa autoreferenziali escludendo proprio i cittadini che si avvalgono delle prestazioni sanitarie. I rappresentanti di questo comitato ed i cittadini che rappresenta lo hanno sempre sostenuto negli anni passati quando battagliava per il nostro Ospedale ed oggi non può che contestarlo perché si è genuflesso agli ordini del proprio partito che come primo atto ha voluto fortemente penalizzare il nostro nosocomio con la chiusura del punto nascita e conseguente declassamento della pediatria guidata eccellentemente dal dottor Di Pietro. Oggi si prova a vendere fumo sfruttando, sì moribondo caro Monticelli per vostra colpa, perché cosa succederà se questi medici si trasferissero altrove? “
Il Comitato San Liberatore ritiene che Monticelli “non possa avere meriti se Paone o Raggiunti operino presso il nostro nosocomio ma pur di rimanere incollati alla propria poltrona si cerca di appropriarsi di meriti che non ha cercando di confondere gli utenti votanti. Lei che è molto attento ai numeri ci dica dove vanno le partorienti che giungevano presso il nostro ospedale. A Teramo? O fuori provincia generando mobilità passiva interprovinciale? Ci dica, visto che all’indomani dal suo insediamento era molto preoccupato, com’è la situazione relativa alla cucina ospedaliera o relativa alla Rianimazione oppure inerente alla carenza di personale.
Ci dica concretamente quale strumentazione diagnostica è arrivata in questi tre anni. Ci dica quale siano le prospettive future del nostro Ospedale. Ci dica se è riuscito a raggiungere l’obiettivo di prevedere nel nostro nosocomio la possibilità di impiantare i pacemakers visto che era una sua priorità. Non si nasconda dietro numeri che confermano la professionalità di singoli medici della quale lei non ha alcun merito, ma inizi a portare risultati concreti che garantiscano un futuro certo per il San Liberatore”.
L’appello del Comitato è chiaro: “lavori per restituirci ciò che ci è stato tolto ingiustamente perché voi ce l’avete tolto, quando lo farà saremo i primi a riconoscerglielo. Il tempo stringe però, perché il suo mandato sta terminando e con esso crediamo anche la sua esperienza politica se non seguiranno i fatti alle vuote parole a cui ormai ci ha abituato”.