Il caso montoriese, infatti, risulterebbe essere alquanto particolare perché le dimissioni non sono contestuali e non ci sarebbe il numero legale per convocare un nuovo Consiglio per la surroga, seppure, grazie a quest’ultima, ci sarebbero i numeri di continuare a governare con l’ingresso di un consigliere di “Insieme si può fare” e due del Pd.
Inoltre ora si gioca su tempi davvero strettissimi perché, se scioglimento ci deve essere, le procedure dovrebbero essere completate entro il 24 febbraio per poter tornare alle urne a giugno. In caso contrario, le elezioni slitterebbero ad aprile 2019 con le nefaste conseguenze che si possono facilmente immaginare per una comunità, come quella di Montorio, alle prese con la fase di ricostruzione dopo il susseguirsi dei sismi del 2009, del 2016 e del 2017.
E anche se lo stesso sindaco, Gianni Di Centa volesse fare un passo indietro, non ci sarebbero i tempi necessari visto che la normativa prevede il periodo di ripensamento e la Prefettura potrebbe avviare le procedure solo dopo 20 giorni.
“Ho fatto tutto il possibile” ha commentato il primo cittadino, “ho lavorato con chi ha voluto lavorare, dando deleghe piene a tutti. Ma evidentemente chi fino a pochi giorni fa confermava la propria fiducia al sottoscritto aveva già fatto le sue scelte”.
“E’ stata una scelta irresponsabile”, ha commentato il vice sindaco Andrea Guizzetti, puntando il dito contro i dimissionari, “di persone che hanno dimostrato di non avere a cuore il bene del paese. Al di là della politica – ognuno di noi aderendo ad una lista civica è libero di iscriversi o meno ad un partito – questa decisione penalizza tutto il lavoro svolto finora con i risultati ottenuti e con tutto quello che ora potrebbe comportare la caduta di un’amministrazione”.