Atri. “È con sdegno, imbarazzo e rammarico che prendiamo atto della ‘nomina’ di Piergiorgio Ferretti quale candidato Sindaco del Centro Destra Atriano“.
Con queste parole inizia la nota dei partiti di Centro Destra presenti nella Città di Atri (Noi per l’Italia, Udc, Lega Nord, IDeA – Popolo e Libertà, Alleanza popolare e La Destra), a loro avviso non interpellati nella scelta del candidato Sindaco per le prossime amministrative 2018.
“In un normale contesto politico – continua la nota – sarebbe stato logico aprire un tavolo di trattativa e di discussione tra tutte le forze che compongono il centro destra locale, ma ad Atri non è così. Non i partiti, ma i gruppi consiliari, si sono riuniti e hanno indicato il nome del candidato. Nessuna trattativa, incontro o qualsivoglia atto del genere è stato minimamente effettuato, i gruppi consiliari (non i partiti), hanno operato un scelta per la città esulando dalle normali regole del gioco. Certamente la scelta è stata dettata dal fatto che difficilmente avremmo accettato un candidato non di appartenenza politica ma di provenienza socialista. Da alleato a leader vi è un abisso che non può essere colmato da una mera attività di amministratore, ma che necessita di un percorso nei partiti di Centro destra mai fatto dal Ferretti”.
Per i partiti esclusi dal tavolo “Ferretti fa parte del gruppo di Futuro In, non come uomo di partito, ma come ‘Gattiano’ in quota ‘Socialista’. Un amministratore che per 10 anni ha ‘mono amministrato’ senza mai minimamente interessarsi a qualsivoglia argomento che non fosse la scuola, dove ora magicamente insegna anche il fratello. Quel Ferretti che ha regalato 50 camere da letto nel centro storico a un associazione non esistente all’atto della concessione, senza gara pubblica. Questo è il prossimo candidato del Centro Destra. Vergognosa ancor di più è stata poi la ripartizione precisa e puntuale dei ruoli futuri in caso di vittoria, Ferretti Sindaco, Felicione suo Vice, Astolfi Assessore ai Lavori Pubblici, Faiazza Assessore al Bilancio, Pavone Assessore alle Attività Produttive e un’altra donna all’Urbanistica (accordo contrattualizzato nero su bianco). Una ripartizione a tavolino dei ruoli e delle ‘poltrone’ degne della più becera politica locale; quella stessa politica che ha privato l’amministrazione, nei vari anni, di tante risorse umane importanti e che ha fatto raggiungere ad Atri il più alto livello di debito pubblico che questa città abbia mai visto”.
“Appare, come è evidente, che a questo punto ci sentiamo liberi di adottare qualsiasi altra scelta, non per i singoli uomini e le loro carriere, ma per il bene della città ducale”, concludono.