Roseto insorge contro gli aumenti esorbitanti della Tari e la capogruppo consiliare di Articolo Uno – MDP, Rosaria Ciancaione, propone un’interrogazione per valutare la possibilità di annullamento degli atti relativi alla piano finanziario e alle tariffe TARI 2017 ripristinando il livello tariffario 2016 e insieme per approfondire i tanti aspetti legati alla gestione del servizio rifiuti con i relativi costi.
“L’aumento esorbitante delle tariffe TARI 2017, esordisce la capogruppo, “che in alcuni casi comporta il pagamento di somme anche superiori al 50% rispetto quelle pagate nello scorso anno, sta creando forti disagi sociali con il rischio di un imponente mole di ricorsi innanzi alla Commissione Tributaria o anche di un’azione di classe risarcitoria o class action che sortirà gravi tensioni per amministrazione e cittadini.”
Con l’interrogazione sarà nuovamente affrontato il tema degli oltre 961mila euro inseriti tra i costi del servizio, in difformità dello specifico decreto, nel Piano Finanziario TARI a titolo di accantonamenti per quote inesigibili che, di fatto, sono andati a finanziare gran parte del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità che, invece, avrebbe dovuto essere finanziato come previsto dalla normativa da entrate della fiscalità generale e non dalla Tari perché sulla tale tassa non ci sono somme inesigibili né presunte né effettive.
Per Articolo1Mdp “l’amministrazione comunale fa ancora in tempo a tornare sui suoi passi eliminando le gravissime tensioni sociali che si stanno creando intorno agli aumenti della tassa rifiuti insostenibili dal tessuto socio economico della Città”.
L’interrogazione, inoltre, si concentra sul contratto stipulato due anni fa tra il Comune di Roseto e la Diodoro Ecologica S.r.l., a seguito di una gara europea, che costa annualmente ai cittadini rosetani oltre 3,2 milioni di euro e che, di fatto, rappresenta una parte assai consistente del costo del servizio rifiuti e, quindi, della TARI.
“Un costo così elevato”, riprende Rosaria Ciancaione, “deve dare il massimo beneficio alla città ed ogni più piccola attività deve essere svolta secondo quanto contrattualmente stabilito e per far si che ciò si verifichi occorre monitorare costantemente ogni più piccola azione legata al corretto svolgimento del servizio”.
D’altronde il contratto stipulato contiene migliorie e servizi integrativi rispetto a quelli previsti nella gara che comportano un maggior costo di oltre 130 mila euro annui e, quindi, di circa 650 mila euro nei cinque anni considerati nel contratto a carico dei cittadini, rispetto al costo che si sarebbe sostenuto se la gara fosse stata bandita e aggiudicata in base al criterio del prezzo più basso.
Per Articolo 1 quindi è necessario approfondire tanti aspetti che non risultano di grande chiarezza, a partire dalla carta dei servizi di igiene urbana con cui la Ditta Diodoro dovrebbe dichiarare ai cittadini gli impegni che assume per garantire il miglioramento del servizio e che rende il cittadino consapevole di come il servizio deve essere erogato, tanto più che è integralmente pagato dal cittadino stesso.
“Con l’interrogazione”, prosegue la capogruppo, “l’amministrazione comunale viene chiamata a dare puntuali risposte a una serie di domande, tra cui, in particolare, quella riferita alle modalità di gestione del servizio nell’area a bassa densità abitativa o case sparse perché il sistema iniziale di gara che prevedeva il posizionamento di bidoni su suolo privato, nelle immediate vicinanze della strada pubblica con obbligo di accesso da parte della Ditta anche per brevi tratti a strade private è stato modificato e ora con l’estensione del servizio “porta a porta” il cittadino si vede costretto a posizionare i bidoncini sulla strada pubblica allontanandosi in taluni casi notevolmente dalla propria abitazione, come per le case situate in località Colle Vraddo in cui la piazzola per i bidoncini è posizionata ad oltre 400 metri dalle abitazioni, quando invece dovrebbe trovarsi di fronte alle abitazioni o sul marciapiede o ciglio della strada all’ingresso dell’area privata. Un “porta a porta” anomalo che deve essere verificato anche per evitare disparità di trattamento tra un cittadino del capoluogo e uno delle frazioni a parità di TARI, non ammissibile. Insomma non si può consentire che vi siano cittadini di serie A e di serie B, anche tenendo conto dell’elevato ammontare della bolletta TARI. E ancora, l’amministrazione comunale viene chiamata a rispondere sulle modalità di svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti verdi, come sfalci e potature, soprattutto dopo il sequestro dell’ecocentro presso l’area dell’autoporto in cui confluivano anche gli ingombranti, come pure sulle modalità di svolgimento del servizio di spazzamento meccanizzato e di svuotamento dei cestini stradali affidato alla stessa Ditta Diodoro, senza che si sia proceduto, avendone il Comune la piena facoltà stabilita nel contratto, a verificare la congruità del prezzo di mercato o a fare una nuova gara, andando a determinare un aumento TARI a carico del cittadino di ulteriori 300 mila euro rispetto all’anno 2016, come anche sulle modalità di svolgimento del servizio relativo ai rifiuti abbandonati sui cigli delle strade e nelle aree pubbliche.”
“Il servizio rifiuti”, conclude Ciancaione, “alla luce dei costi e dei conseguenti oneri a carici dei cittadini, costituisce una priorità su cui si misura una buona amministrazione. Dobbiamo sapere che i servizi pagati devono essere interamente resi e che i costi da porre a carico del cittadino siano effettivamente dovuti e, quindi, devono essere tenuti costantemente sotto controllo anche in funzione di un’economia circolare su cui tutte le Comunità devono puntare per ottenere un vero sviluppo sostenibile con la riduzione di costi e tasse e il miglioramento della qualità della vita a livello economico e ambientale”.