Teramo, la minoranza invita di nuovo a firmare la sfiducia a Brucchi

Una firma soltanto. E’ questo che manca alla mozione di sfiducia del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, che le forze di minoranza avevano preparato già lo scorso giugno e rimodulato, “per scongiurare qualsiasi pretestuosa obiezione alla sottoscrizione” in modo da poter mettere la parola fine all’attuale consiliatura.

Una richiesta compatta agli esponenti di Futuro In, “ai loro capintesta e supporters (vecchi e nuovi), nonché ai loro prossimi presumibili alleati di Fratelli d’Italia e di Al Centro per Teramo” che arriva dai consiglieri di opposizione Maria Cristina Marroni, Paola Cardelli, Fabio Berardini, Gianguido D’Alberto, Antonio Filipponi e Flavio Bartolini, affinché si raggiunga la fatidica tredicesima firma che consentirebbe alla minoranza di sfiduciare il sindaco e la “decomposta e scomposta maggioranza”.

I leader del centrodestra teramano”, si legge nella nota, “dopo aver sfruttato, abbandonato e massacrato la città sotto ogni aspetto, etico, sociale, economico e culturale, si stanno ora autodistruggendo per fini politico-elettorali solo individuali. Oggi più che mai va denunciato e sfiduciato non solo il sindaco ma un intero sistema di potere che ha occupato la nostra città e che ora ha un solo obiettivo: sopravvivere a se stesso e al destino di questa città cercando di nascondere le proprie gravissime colpe e i propri reali obiettivi politici individuali”.

Un invito, dunque, a rendere concreto quanto è stato già più volte espresso a parole e sui diversi media, con un atto formale, “per recuperare un credito irrimediabilmente compromesso” e poter cominciare a costruire le basi “per liberare finalmente la città da queste logiche di potere che l’hanno soffocata in questi scandalosi anni del centrodestra teramano”.

“Nessuno fuori da questo Consiglio”, conclude la nota, “può intestarsi il merito di aver ottenuto lo scalpo del sindaco e nessuno che abbia partecipato integralmente o parzialmente alla ex maggioranza di centrodestra può ritenersi esente dalle colpe che porta sulle proprie spalle. La priorità della città è chiudere questo infausto mandato amministrativo il prima possibile e consentire un’alternanza democratica che la saggezza dell’elettorato saprà valutare al meglio”.

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