Teramo. “Solo se prendiamo coscienza delle responsabilità personali e collettive possiamo partecipare attivamente alla costruzione di una società migliore”. Queste le parole del Vescovo di Teramo-Atri, S.E. Mons. Michele Seccia, che risponde così all’invito rivolto dal segretario provinciale della Cgil, Giampaolo Di Odoardo, che nei giorni scorsi aveva sollecitato un suo intervento in merito alla grande crisi economica ed occupazionale che sta mettendo in ginocchio la provincia teramana.
“Più che dilungarmi sulle percentuali” scrive Mons. Seccia “desidero confermare che non manca occasione in cui, incontrando responsabili di aziende o rappresentanti delle istituzioni politiche, sociali o imprenditoriali, sollecito vivamente l’attenzione al bene comune e a manifestare una concreta sensibilità sociale, confermando e dando seguito agli impegni assunti con il Protocollo d’intesa per superare la crisi e creare nuove opportunità di lavoro e sviluppo firmato il 9 luglio 2010. A tale proposito” aggiunge il prelato “pur non essendo tra i firmatari, il 22 dicembre 2010 convocai tutte le parti sociali firmatarie nella sede di Confindustria. Nella stessa sede i convenuti furono invitati a firmare una Carta di impegno nella quale si dichiara che la Diocesi, con la Caritas, non volendo sostituirsi alle responsabilità delle istituzioni, intende porsi come organizzazione sussidiaria e complementare nel dare risposta ai bisogni emergenti. Certamente, le iniziative assunte e che continuano ancora sono ben poca cosa. Ma mi preme evidenziare, con rammarico, che la proposta avanzata di costituire un tavolo di lavoro per agire e sollecitare in modo sinergico, non ha avuto seguito. Il famoso comitato più volte convocato per riflettere sulle problematiche legate all’occupazione, al lavoro e alla crisi economica, non ha risposto con la stessa sensibilità. All’ultima convocazione del 25 giugno scorso, le parti sociali e datoriali erano quasi completamente assenti”.
Da qui un nuovo invito che il Vescovo torna a rivolgere alle istituzioni ed alle associazioni datoriali e di categoria: “ritrovarsi per riflettere, progettare e soprattutto ascoltare al fine di lavorare in sinergia. Così si potrà comprendere se il Protocollo d’intesa ha ancora valore o è stato dimenticato. Se gli impegni assunti sono praticabili o meno. Se alle parole corrispondono i fatti”.
Secondo Mons. Seccia, poi, “la crisi economica e sociale ha radici molto più profonde e ampie, non solo dovute ad una mancanza di reddito, ma anche ad una carenza etica che sfocia nell’egoismo. Ci sono persone che, pur non essendo povere, vivono una forte fragilità. Famiglie in crisi relazionali, aumentano le separazioni e i divorzi che sicuramente alimentano nuove sacche di povertà. In questi giorni mi è pure giunto un appello dai condomini di San Nicolò, che attendono risposte sulle proprie abitazioni, dichiarate inagibili dopo il terremoto del 2009. Vedremo cosa potrà fare il Vescovo, oltre ad esprimere la propria solidarietà”.
Un forte richiamo alle istituzioni, dunque, quello che giunge dal Palazzo Vescovile di Piazza Martiri della Libertà. “Speriamo solo che non venga lasciato cadere nel vuoto” commenta Di Odoardo, il quale ringrazia Mons. Michele Seccia per la missiva che definisce “di grande rilievo per i contenuti di merito, le valutazioni e le sensibilità espresse. Apprezziamo e ringraziamo con sincerità. Considerata la sua importanza ci auguriamo che la stessa possa essere letta in ogni chiesa della Provincia”.