Hanno scelto di presentarsi proprio del giorno del decimo compleanno della fondazione del partito il candidato alla segreteria provinciale del Pd, Elvezio Zunica, e la sua squadra “Progressisti per il Pd”, per sottolineare l’esigenza di un ritorno all’inclusività e al dialogo con il territorio che erano state un po’ abbandonate dall’attuale classe dirigente.
Una decisione, quella di proporsi per la guida provinciale, che nasce dalla volontà di cambiare il metodo che fino ad oggi non avrebbe portato risultati, ripartendo dal dialogo con il territorio che forse negli ultimi tempi si era perso a favore di qualcosa di più simile ad “un comitato elettorale permanente”.
“Già da mesi”, spiega Zunica, sostenuto da Rete Dem e dal gruppo “Per il Pd”, “ci stiamo adoperando per incontrare le persone attraverso delle assemblee pubbliche sul territorio per ascoltare e ricevere anche delle critiche poiché crediamo che solo dall’ascolto e dal confronto si possa ripartire. Il Pd deve tornare ad essere una comunità inclusiva, trovando aggregazione su idee e progetti, grazie anche ad una nuova classe dirigente che possa prendere in mano le redini del partito”.
E parla di ricucitura con quanti si sono chiamati fuori in questo ultimo periodo dal Pd (Teramo compresa) anche il candidato vice segretario Piergiorgio Possenti, ribadendo come troppo spesso gli amministratori locali siano stati lasciati soli dai dirigenti del partito, presi da questioni che poco avevano a che fare con le reali esigenze delle comunità.
Un rinnovato entusiasmo, dunque, di un gruppo che, seppur con alle spalle alcuni “nomi pesanti” come l’assessore regionale Dino Pepe, il consigliere regionale Luciano Monticelli, il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino e Manola di Pasquale, punta soprattutto sui giovani che saranno presenti nelle liste di tutti i circoli per le votazioni del 22 ottobre.
Una contrapposizione netta, dunque, all’asse Ginoble-Mariani che sostiene la ricandidatura del segretario uscente Gabriele Minosse, senza tuttavia nessuna intenzione di “rottamare”, ma con un’autonomia politica conquistata sul campo che punta a ricucire e a fare sintesi sulle idee.