Atri. Un Piano Regolatore nato tra le polemiche, che non accennano a spegnersi. A rinsaldare il fuoco è la segreteria comunale del Partito Democratico che, per mezzo di un volantino affisso in città, ha voluto informare la cittadinanza sui danni che l’atto potrebbe provocare e soprattutto sulle modalità della sua approvazione in Consiglio Comunale.
Un’approvazione giunta “dopo vari tentativi falliti per mancanza di numero legale”. Segno che “la Giunta Astolfi non ha più i numeri per amministrare”.
“Mentre qualcuno, senza successo, si è lasciato andare in futili illazioni prive di fondamento” si legge nel volantino “noi vogliamo analizzare la realtà inconfutabile delle cose: l’amministrazione per approvare il nuovo PRG è ricorsa a stratagemmi, alcuni di dubbia legittimità. Appare strano che due consiglieri di maggioranza e uno di minoranza, che nei Consigli Comunali precedenti si erano dichiarati incompatibili a votare il Piano, nell’assise del 24 agosto cambiano la loro dichiarazione e, come per incanto, diventano compatibili. Ci chiediamo, era vera la prima dichiarazione di incompatibilità o quella successiva di compatibilità? Ci troviamo di fronte alla mercificazione delle compatibilità, come fosse un prodotto da mercato rionale. Certo è che se questi consiglieri, ad una più attenta valutazione, risultassero incompatibili ci troveremmo di fronte ad un atto illegittimo, ad un PRG illecito. In questo caso la collettività subirebbe oltre al danno (il PRG è costato più di 500mila euro) la beffa di ritrovarsi uno strumento urbanistico oltre che inadeguato anche inapplicabile”.
Secondo i democratici atriani, “la spesa sostenuta poteva essere molto inferiore se solo si fossero interessati i tecnici locali, anziché professionisti venuti da lontano che non conoscono le complessità del nostro territorio”.
Il Pd, dunque, non può fare altro che ribadire la sua contrarietà definendo il Piano “inadeguato sotto il profilo tecnico, nutile per lo sviluppo socio economico della città, forse illegittimo”.
Non è tutto. “Il Pd critica fortemente l’arroganza, da sempre elemento distintivo dell’amministrazione Astolfi, che ha portato all’elaborazione di questo strumento urbanistico. Non si è tenuto conto del parere dei cittadini, delle associazioni e nemmeno di parte della sua stessa maggioranza. Basti pensare ai consiglieri Di Quirico e De Lauretis, che hanno pubblicamente criticato l’atteggiamento dispotico con cui si è arrivati alla definizione del PRG. Questo Piano non tutela gli interessi generali. Ideato ed elaborato per soddisfare i programmi del sindaco Astolfi e del vice Felicione, considerato da questi più uno strumento da utilizzare in maniera clientelare, per fini elettorali, che una occasione utile per lo sviluppo della città. Atri ha bisogno di altro e merita di meglio di un’amministrazione intenta a sperperare i soldi dei cittadini a vantaggio di pochi”.