Teramo. “I lavoratori non possono pagare il prezzo di lungaggini burocratiche determinatesi in un momento molto particolare della storia della nostra Regione e delle incertezze operative dell’ex Commissario”. A sostenerlo è Monia Pecorale che interviene così a proposito della stabilizzazione dei lavoratori precari della Asl di Teramo. Un provvedimento rimasto al palo e rispetto al quale il sindacato della Cgil chiede uno sblocco definitivo.
“E’ evidente” spiega “che oggi gli organi regionali devono assumersi precise responsabilità anche in considerazione del momento sociale così grave e dei più volte sbanderiati conti in ordine per la sanità regionale e soprattutto per l’Azienda teramana e senza ulteriori perdite di tempo che per i comuni mortali conta più che per le carte, autorizzare nei limiti del 40% dei posti coperti con le procedure di mobilità l’indizione di concorsi riservati agli aventi i requisiti per la stabilizzazione. Il 31 dicembre prossimo è l’ultimo giorno utile per portare a conclusione le procedure di stabilizzazione, decorso il quale nulla potrà più esser fatto e tutti andranno a casa senza appello, con la pace delle coscienze di tutti!
Nel frattempo, sempre in tema di sanità, l’onorevole del Pd, Tommaso Ginoble ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute, Renato Balduzzi, a proposito della “chiusura per ferie” dell’ambulatorio di terapia del dolore all’ospedale Mazzini di Teramo.
“Secondo quanto riferito da numerosi pazienti” scrive Ginoble “il 6 agosto scorso sarebbe stata sospesa, senza alcun preavviso, per tre settimane, l’attività dell’Ambulatorio di terapia del dolore. Nella stessa data, è stata chiusa anche l’unità operativa di oncologia medica”. Considerando che, aggiunge il parlamentare, “la chiusura di un servizio pubblico di questo genere contrasta con la carta dei diritti del malato e lede i diritti inviolabili dell’uomo”, quello che si chiede è se il Ministro sia a conoscenza di quanto accaduto” o per lo meno, se “ritiene opportuno intervenire e verificare le ragioni che stanno dietro una tale decisione”.
Il commento del Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista. Vista l’attuale scellerata gestione della Asl, è imprescindibile che la sanità teramana venga liberata dalla presenza del manager Varrassi. La scelta della giunta regionale abruzzese di riconfermare l’attuale direttore della ASL è stata dettata solo da affinità politiche e non certo da una serena valutazione del risultato gestionale. Non sono bastate tutte le decisioni prese dal manager per valutarne l’operato? Evidentemente sono stati considerati da Chiodi dei meriti l’aver promosso i vari medici militanti del centro-destra teramano, l’aver creato un forte disagio agli utenti per i parcheggi nell’area ospedaliera, l’aver promosso un medico – con procedimenti giudiziari in corso – (sempre del centro-destra) dopo che questi era stato riconosciuto colpevole dall’azienda per aver appannato il buon nome della stessa, l’aver chiuso temporaneamente reparti essenziali per le esigenze degli utenti (Terapia del Dolore ed Oncologia), il non aver risolto il problema delle liste di attesa, l’essere sottoposto a giudizio per l’uso improprio dell’auto blu. Appare chiaro che la giunta regionale, subordinando la conferma definitiva del direttore della ASL alla lettura della documentazione della Procura della Repubblica, abbia voluto adornare la propria decisione con una foglia di fico. Rifondazione Comunista chiede che la giunta regionale riveda la decisione presa con l’immediata sostituzione del manager Varrassi.