Una situazione drammatica che, dopo le considerazioni della Corte dei Conti che ha ventilato l’ipotesi dell’avvio di “verifica di sana gestione”, qualora entro la fine dell’anno non si dovesse intravedere uno spiraglio positivo per le disastrate casse del Comune di Teramo, viene sottolineata anche dal consigliere comunale di opposizione Gianguido D’Alberto.
Una situazione che non stupisce l’ex capogruppo del Pd, ora nel gruppo Insieme Possiamo, che più volte in passato aveva denunciato la difficile situazione dei conti pubblici e che, in maniera maldestra, l’amministrazione starebbe tentando di contenere, fornendo l’elenco delle operazioni che intende mettere in campo per arginare la situazione e richiamando i crediti non riscossi da parte di altri enti.
“Non è tardivo tutto questo?”, si chiede, infatti D’Alberto, “Non ci si poteva muovere con ‘la diligenza del buon padre di famiglia’ ed evitare di rincorrere crediti difficilmente sanabili, di attivare operazioni dall’esito incerto, di avviare pratiche che necessitano di tempi che non abbiamo più? Non volevano essere Cassandre negative, quando lamentavamo lo stato delle cose già da mesi, ma i nostri amministratori, preoccupati di gestire solo potere e poltrone, hanno voluto ignorare i nostri appelli”.
D’Alberto ricorda anche come già in fase di approvazione dei precedenti bilanci, sia la dirigente del servizio finanziario che i revisori legali avevano rappresentato la gravità della situazione, invitando giunta e maggioranza a valutare l’attivazione della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale prevista dalla legge per un’uscita guidata da uno stato di sostanziale pre-dissesto.
Il quadro offerto dalle Corte dei Conti, dunque, suona per il consigliere di opposizione come l’ultima chiamata, costituendo “l’impietosa fotografia finanziaria, della fallimentare gestione politica e amministrativa posta in essere nell’ultimo decennio dal centrodestra teramano”.