Teramo. Questa mattina il Partito della Rifondazione Comunista ha partecipato anche a Teramo, come nel resto d’Italia, ai presidi della CGIL contro il disegno Fornero di riforma del mercato del lavoro.
“Noi siamo da sempre in prima linea a difesa dei lavoratoti e per la salvaguardia dei diritti sul lavoro – commenta in merito il segretario provinciale teramano Marco Palermo -. Con il sostanziale svuotamento dell’art.18 dello Statuto, si chiude una parabola che ha abbracciato quattro decenni all’insegna della garanzia della dignità del lavoro.
Con l’art.18 prevedente, in caso di licenziamento arbitrario, la reintegra nel posto di lavoro, il lavoratore poteva esercitare con tranquillità – durante il rapporto – tutti i suoi diritti, legali e contrattuali, perché la legge imponeva al datore di giustificare lui, a pena di annullamento, l’eventuale licenziamento che volesse intimargli, indipendentemente dalla possibilità del lavoratore di dare la difficilissima prova di una volontà di rappresaglia contro l’esercizio di quei diritti. Ora l’art.18 come norma antiricatto è nella sostanza venuta meno e quindi si realizza il disegno di poter contare su uno strumento sicuro di dominio, costituito dalla minaccia sempre incombente sul lavoratore di licenziamento, giustificato o meno. Ledendo così le fondamentali regole democratiche del paese. La nostra repubblica, come recita la costituzione, è una “Repubblica democratica, fondata sul lavoro” perchè, continua con l’Art.3, “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Con la controriforma del lavoro il governo ripristina quegli “ostacoli” di cui parla l’articolo 3 della nostra Costituzione; tutto ciò avviene dopo aver messo alla disperazione decine di migliaia di persone con la manomissione del sistema pensionistico. Oggi il parlamento -con l’appoggio del PD- si appresta a votare, per l’ennesima volta, una manovra che toglie diritti, soldi e democrazia ai ceti deboli in favore delle classi forti e padronali. Ci troviamo quindi alla conclusione del “lavoro sporco” affidatogli «a tempo» dai ceti dominanti. Il Partito della Rifondazione Comunista a Teramo e in tutti i suoi livelli -oggi più che mai- continua la lotta, siamo a disposizione di qualsiasi azione politica che vogliono intraprendere i lavoratori, cittadini, associazioni sociali e culturali ancora consapevoli dell’importanza per il nostro Paese di norme di salvaguardia della dignità del lavoro e di garanzia di civile convivenza, inclusa una sua abrogazione anche referendaria, magari assieme all’altra mostruosità dell’art.8”.