Il futuro delle Province e le conseguenze sul territorio: la Cgil organizza un’assemblea a Teramo

provincia_teramo__via_milliTeramo. Le Province scompariranno? No, saranno semplicemente accorpate. Il dibattito tra chi le considera enti inutili e chi invece ne esalta l’importanza e la capacità organizzativa nella gestione di alcuni servizi, si fa sempre più infuocato. Ma la domanda che in pochi si pongono è: che fine farebbero questi servizi? E quale sarebbe il destino dei lavoratori?

Le prospettive, in Abruzzo, vedrebbero Chieti accorpata alla provincia di Pescara e Teramo a quella de L’Aquila. D’obbligo usare il condizionale, poiché il disegno di legge non è ancora stato approvato ed è tutto ancora molto poco chiaro. Per fare il punto sulla questione, la Funzione Pubblica della Cgil Teramo ha voluto organizzare per lunedì, alle ore 10 nella Sala Polifunzionale, un’assemblea con tutti i dipendenti della Provincia.

L’incontro, dal titolo “Riforma dell’Amministrazione Pubblica: quale futuro per i servizi ai cittadini, quale futuro per le Province, quale futuro per i lavoratori”, vedrà l’intervento dell’onorevole Oriano Giovannelli, membro della Commissione Affari Costituzionali, del presidente della Provincia Valter Catarra e del segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Abruzzo, Carmine Ranieri.

“Stiamo parlando di 400 dipendenti ai quali si aggiungono i 110 della Teramo Lavoro” ha detto il segretario provinciale Amedeo Marcattili. “Chi si occuperà dei servizi gestiti oggi dalla Provincia? Che fine faranno i dipendenti?”. In realtà, non ci sarebbe alcun rischio licenziamento di massa. “Non si tratta, infatti, di una difesa d’ufficio” aggiunge Bruno Cozzi, della Rsu Provincia “considerato che, in caso di trasferimento negli uffici regionali de L’Aquila i nostri stipendi aumenterebbero dal 21 al 24%. Il punto sarebbe tutta una serie di servizi che verrebbero meno. Pensiamo alla Prefettura, alla Questura, al comando dei carabinieri e dei vigili del fuoco, all’Inps. Certo, ci sarebbero degli uffici territoriali, ma non sarebbe esattamente la stessa cosa. Anche perchè qui si tratta di coprire un territorio di oltre 6mila km, che andrebbe da Villetta Barrea a Martinsicuro. Siamo proprio sicuri che converrebbe affidare la gestione dei servizi ai singoli Comuni?” “La maggiore criticità” aggiunge Pancrazio Cordone, della Rsu Provincia “è la mancanza di confronto con i protagonisti che più conoscono le difficoltà derivanti da una carenza di questi servizi”.

“Non c’è consapevolezza di quello che potrebbe accadere” conclude Cozzi. “Brucchi potrebbe diventare presto il sindaco di un qualunque comune dell’Abruzzo e non del capoluogo di provincia, ma sembra non preoccuparsene”.

Marina Serra

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