“Nessuna risposta alle domande che avevo posto con la mia interrogazione sull’emergenza idrica nella provincia teramana ma solo la solita serie di buoni propositi per il futuro. Ed intanto dovremmo accontentarci dell’acqua proveniente dal potabilizzatore di Montorio al Vomano, addirittura fino alla fine del 2018”.
Questo il commento del Consigliere M5S in Regione, Riccardo Mercante, al termine della seduta di ieri del Consiglio regionale, che ha così proseguito: “È già la seconda volta che la Giunta regionale si trova a dover affrontare il problema della contaminazione della sorgente del Gran Sasso e della scarsità di acqua nella provincia di Teramo e, come già accaduto per la precedente interrogazione di dicembre, un assoluto silenzio ha fatto seguito alle mie richieste di chiarire quali funzioni svolga in materia di analisi delle acque dirette alla pubblica distribuzione il laboratorio convenzionato con la Ruzzo reti e quale ruolo abbia avuto nei recenti episodi di sversamento di inquinanti, considerando che le relative spese gravano, tutt’ora, sulle spalle dei cittadini teramani. Ma quel che è peggio – ha proseguito Mercante – è che, come confermato dalla stessa Ruzzo reti, i lavori di messa in sicurezza della sorgente del Gran Sasso, che gli abruzzesi aspettano dagli anni ’80, si trovino ancora nella fase della mera progettualità. Nel frattempo la Giunta regionale ha autorizzato l’impiego del potabilizzatore di Montorio al Vomano, che sempre in base a quanto riferito dal gestore della rete, può fornire un’acqua di qualità infinitamente inferiore a quella di sorgente e per giunta assolutamente insufficiente vista la difficoltà di captazione sia dalle condotte di Venaquila che dall’invaso di Piaganini”.
“E tutto questo – ha concluso Mercante – detto in parole semplici si traduce nella certezza che, per l’inerzia delle istituzioni e la mancanza di una programmazione seria e concreta degli interventi sul territorio, i cittadini continueranno a pagare a peso d’oro un’acqua scadente senza sapere nulla, viste le reticenze nel fornire ogni tipo di chiarimento e l’assoluta e reiterata mancanza di trasparenza, di quello che stanno bevendo”.