Secondo la sinistra rosetana “si possono fare degli atti concreti: il comune può applicare l’aliquota minima, dello 0,2% sulla prima casa per le categorie sociali più disagiate come: famiglie in difficoltà, monogenitoriali e giovani coppie; compensando le minori entrate con l’aliquota massima sugli altri fabbricati o con una maggiorazione della stessa a carico dei redditi familiari più elevati. Chiediamo al Comune di Roseto di adottare il Valore dell’Indicatore ISEE, in modo da tutelare le fasce più disagiate, e agire progressivamente sui proprietari di più immobili, spesso intestati a figli minori o a familiari senza redditi, o sulle abitazioni di lusso, contrastando anche l’elusione fiscale e l’abusivismo degli immobili invisibili, quantificati dall’Agenzia del Territorio in circa 450 unità”.
In questo modo molte famiglie in difficoltà non pagherebbero l’imposta sulla prima casa e per la gran parte dei cittadini si parlerebbe di piccolissime cifre.
“Non stiamo proponendo qualcosa di impossibile. Tutto questo – spiegano i tre esponenti della sinistra rosetana – è già realtà nel Comune di Polistena, a guida FdS, dove oltre il 90% delle famiglie non pagheranno nulla e le entrate saranno garantite ugualmente tassando chi in questo momento può pagare. Sarebbe inoltre opportuno applicare una maggiorazione alle numerose abitazioni sfitte da molto tempo in modo da contrastare lo scandalo secondo cui nei piani urbanistici si continuano a prevedere aree di nuova edificabilità pur essendoci un enorme quantità di patrimonio
edilizio sfitto o non utilizzato. Offriamo al comune questa soluzione per l’IMU . Una strada concreta e possibile per far si che i cittadini non siano gravati ulteriormente
in questi periodi di crisi e che le casse comunali vedano entrare fondi per gli interventi pescando dove c’è ancora ricchezza. Si parla di equità, questa è la strada. Aspettiamo risposte insieme alla cittadinanza di Roseto”.