Pineto. Dopo le decisioni del Tar arriva la diffida con la quale il Comune di Pineto e i consiglieri di opposizione dei Comuni di Atri e Silvi si oppongono alla possibilità di adottare atti o provvedimenti che abbiano come fine accorpamenti, tagli o eliminazione di unità operative dell’ospedale San Liberatore di Atri.
La diffida segue quanto stabilito la scorsa settimana dal Tar, che ha sospeso in attesa della pronuncia da parte della Corte Costituzionale il giudizio sul ricorso promosso dal Comune di Pineto contro gli atti del manager Varrassi.
“Il Tar – spiega meglio il primo cittadino Luciano Monticelli – ha rilevato che il riassetto del nosocomio trae origine dal Piano Operativo 2012, che fu sanato da un decreto legge del governo Berlusconi con il quale si diede la potestà pianificatoria al commissario regionale”.
Il Piano Operativo in questione, infatti, fu considerato illegittimo poiché diramato in violazione della riserva costituzionale in favore del Consiglio regionale in punto di pianificazione sanitaria. Da qui la scelta di affidare tutto al commissario, “dal quale – precisa Monticelli – dipendono gli atti di Varrassi”.
Per altri ricorsi pendenti lo stesso Tar aveva già riconosciuto fondata la questione di legittimità costituzionale di quel decreto, rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale. Per questo motivo il Tribunale Amministrativo Regionale ha sospeso anche il giudizio sull’ospedale atriano, in quanto ritiene che gli atti aziendali provvisori impugnati che hanno penalizzato il San Liberatore si fondano sullo stesso presupposto legislativo.
Da qui anche la diffida inviata da Comune di Pineto e consiglieri atriani e silvaroli, che ritengono che qualsiasi atto organizzativo che vada a modificare lo status del nosocomio atriano sia gravemente compromesso dalla probabile illegittimità costituzionale del Programma Operativo sul quale la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi.