Pescara, il Senato si interroga sul dragaggio

draga2Pescara. La questione del dragaggio del porto arriva alla Camera alta del Parlamento: i senatori abruzzesi Pastore, Di Stefano e Tancredi hanno presentato oggi un’interrogazione  per sollecitare la ripresa degli scavi e l’apertura della diga foranea.

I senatori abruzzesi Pastore, Di Stefano e Tancredi, tutti Pdl, hanno presentato oggi una interrogazione urgente sulla vicenda del dragaggio del porto canale di Pescara, “essendo stato ormai superato ogni limite di tollerabilità, in particolare dopo l’intervento di sequestro della nave che stava operando da parte della Procura Antimafia dell’Aquila”, si legge. Dopo il recente passaggio di competenze, dal ministero alla Regione, i riflettori sull’assurda paralisi dello scalo pescarese si allargano e si alzano: “E’ del tutto evidente che per fare chiarezza su quanto accaduto, occorra ormai un intervento in risposta da parte di organi governativi nazionali”, scrivono i tre senatori, che si interrogano sui motivi del blocco protrattosi ad oggi dopo il sequestro della draga Gino Cucco e “nonostante la decisione del Tribunale del riesame che ha ritenuto la non sussistenza di alcuna ipotesi criminosa che autorizzasse l’interruzione delle relative operazioni”. Dopo l’arreso commissario straordinario Guerino Testa, ci provano anche Tancredi, Pastore e Di Stefano a Si chiedere “di conoscere una volta per tutte se i materiali di scavo siano o meno inquinati e inquinanti, come ipotizzato dalla Procura aquilana essendosi l’ISPRA lavata le mani dall’impegno che si era assunto di fornire una parola definitiva su tale questione, considerate le divergenze tra i risultati delle analisi effettuate dall’ARTA abruzzese e quelle eseguite dal laboratorio privato di fiducia della Procura”.

I firmatari chiedono ai Ministri competenti di attivarsi per l’effettuazione delle operazioni di dragaggio, “in considerazione dei gravissimi danni economici, oltre che ambientali, derivanti da tale situazione” e chiedono, inoltre, di affrontare una volta per tutte il problema dell’insabbiamento della foce del fiume Pescara, “aggravato notevolmente dalla realizzazione della diga foranea che, nata per dare sicurezza alla navigazione, di fatto oggi impedisce il deflusso naturale delle acque fluviali”.

 

Daniele Galli


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