Roseto. “Da tempo si parla dei problemi legati alla sanità abruzzese senza però riuscire a risolverli a causa di assurdi campanilismi, localismi ed egoismi provocati da puerili e propagandistiche iniziative di qualche sindaco o politico locale interessato solo ad aumentare i propri consensi elettorali. Inoltre le decisioni politiche hanno spesso fornito soluzioni soprattutto a tutela delle esigenze di alcuni primari invece di puntare a scelte coraggiose, necessarie ma soprattutto logiche a tutela dei cittadini-utenti”.
Commenta la situazione sanitaria provinciale, il capogruppo del Pdl rosetano Antonio Norante rilanciando “a seguito della persistente crisi economica, che presuppone il taglio di sprechi e la razionalizzazione delle risorse ma, soprattutto, per rendere efficiente un settore fondamentale per garantire e migliorare la vita di tutti noi, è giunto il momento di intraprendere la strada delle riforme necessarie per modernizzare la sanità abruzzese. Un percorso che le regioni del nord Italia hanno avviato già da tempo con evidente successo. D’altra parte basta osservare i dati relativi alla cosiddetta mobilità passiva per verificare dove preferiscono andarsi a curare gli abruzzesi: centri d’eccellenza come Milano, Pavia, Padova, Rovigo, Modena, Bologna, ecc… sono in cima alla lista delle strutture più utilizzate. Ci sarà pure una ragione? Cosa bisognerebbe fare per colmare il gap che ci sta sempre più distanziando dalle regioni virtuose nell’ambito sanitario? Innanzitutto va dato atto all’attuale maggioranza che governa la regione e principalmente al Presidente-commissario Gianni Chiodi di aver puntato, riuscendovi, a ridurre il deficit della sanità mantenendo dritta la barra del timone verso l’obiettivo risanamento. D’altra parte i conti della sanità, per responsabilità bipartisan dovute da anni di mancate o errate decisioni per le quali dovremmo fare tutti autocritica, da profondo rosso sono tornati ad essere positivi”. Ma per Norante non basta servono “ulteriori decisioni coraggiose in ordine all’annoso ridimensionamento delle strutture ospedaliere. Prendiamo il caso della provincia di Teramo: quattro ospedali che, sostanzialmente, svolgono le stesse attività, con molte strutture non a norma e una cronica carenza di personale. Quale decisione assumere per modificare questo stato di cose? La soluzione potrebbe essere quella di lasciare un solo presidio ospedaliero provinciale che diventi un vero e proprio centro d’eccellenza riconvertendo le altre strutture esistenti in centro di riabilitazione, in distretto sanitario per la medicina di base e in residenza sanitaria assistita. Magari realizzando un nuovo, grande ed efficiente ospedale dopo aver verificato attentamente la distribuzione della popolazione sul territorio provinciale ed aver individuato un punto baricentrico, (che per la nostra provincia potrebbe essere benissimo l’uscita autostradale di Mosciano-Teramo-Giulianova), destinando a questo progetto le limitate risorse a disposizione oltre a quelle reperibili attraverso la dismissione e valorizzazione economica di beni di proprietà della Asl teramana. Nella sanità le distanze si misurano in minuti anziché in chilometri, tenendo conto di una viabilità che permetta ad un infartuato da codice rosso di raggiungere in pochissimo tempo un centro d’eccellenza con cardiologia, cardio-chirurgia, anestesia, unità coronarica, rianimazione, strutture realmente in grado di salvargli la vita. Mettere il paziente al centro degli interessi sanitari, in modo da assisterlo con efficienza e rapidità. D’altra parte l’eccellenza si ottiene solo realizzando strutture idonee in grado di trattare decine di migliaia di casi l’anno, con personale che non sia costretto a lavorare sempre in emergenza. Al malato non interessa dove curarsi ma solo curarsi bene, e lo stanno a dimostrare tutti i casi di quei pazienti che attualmente a Giulianova, Atri o Teramo preferiscono Bologna o Roma!”
Il capogruppo del Pdl rosetano, quindi, punta ad “un unico, grande ed efficiente ospedale per la nostra provincia, a cui vada aggiunta una corretta medicina sul territorio che si basi innanzitutto su distretti da ripensare perché a volte anch’essi diventano dei piccoli carrozzoni politico-sanitari. E poi proporre seri accordi con i medici di base, magari associandoli tra loro in ambulatori comuni e con il servizio di guardia medica, che sono il primo filtro e tramite i quali, on-line, si possano fare prenotazioni con referti che viaggino via internet. Tutto ciò eviterebbe che il paziente vada prima dal proprio medico, poi alla Asl per prenotare la prestazione, poi a fare la visita specialistica, poi a pagare il ticket, poi a riprendere il referto, poi tornare dal proprio medico. Per non parlare dei medicinali che, in molti casi potrebbero essere portati direttamente a domicilio dopo essere stati prenotati on-line. Quindi zero duplicazioni, seri indicatori di efficienza, maggiore assistenza domiciliare, cercando di eliminare ogni tipo di inefficienza che è un costo, anche politico, che nessuno può più permettersi. Nel frattempo, mentre si realizza il nuovo presidio ospedaliero che sia un vero centro d’eccellenza, occorre fare solo ordinaria manutenzione nelle strutture esistenti, efficientare gli attuali ospedali sul piano della logistica e del facility management, centri di costo che da soli, escluse le spese per il personale, rappresentano circa il 40% della spesa totale. Ma occorre fare presto, anche perché l’inefficienza va a discapito dei cittadini che si sono già stufati di dover attendere mesi se non anni per prenotare una prestazione nella sanità pubblica mentre in quella privata lo stesso esame lo riesci a fare dopo qualche giorno. Gli stessi cittadini che hanno ormai capito come gli sprechi siano una manna dal cielo per molti e che le inefficienze, spesso, sono volute per favorire qualcuno a scapito di qualcun altro.
Mi auguro – conclude Norante – che la politica assumi rapide decisioni in questo senso, per il beneficio della credibilità della politica stessa ma, soprattutto, dei cittadini che chiedono ogni giorno di più una sanità che funzioni veramente”.