Atri. In merito alla delibera consigliare approvata dalla maggioranza nel Consiglio Comunale del 4 aprile scorso, su “Autorizzazione espletamento gara per 25 anni della gestione del Centro Turistico Integrato di località Colle Sciarra”, i consiglieri di minoranza, anche se non presenti in aula perchè la maggioranza aveva negato l’anticipo della discussione dell’ordine del giorno relativo alla situazione del locale ospedale, hanno inviato una lettera all’assessore allo Sport, Umberto Italiani, al segretario comunale ed al dirigente dell’Ufficio Sport del Comune.
“Siamo stati, da voi, accusati in più circostanze di aver speso inutilmente denaro per un incarico di consulenza affidato nel luglio ’98 alla Promosport di. Luciano Rizzi per predisporre un capitolato e bando di gara per la gestione del Centro, attraverso una gara a livello comunitario. La gara, andata purtroppo deserta, prevedeva una seria analisi con uno studio approfondito sui Centri di profitto, Centri di ricavo e Centri di costo; si prevedevano anche delle ore convenzionate, a tariffa nulla, per la gestione di alcuni impianti con l’indicazione dei periodi e degli orari; i giorni di utilizzo; un piano tariffario; nuovi investimenti sulle strutture esistenti; una analisi su una maggiore redditività di gestione del Centro, anche attraverso una verifica dei costi di avviamento per ciascun impianto, da dove emergeva il notevole costo del Palaghiaccio rispetto ai vantaggi economici, causa sicuramente della mancata partecipazione di soggetti alla gara. Nonostante ciò si pervenne ad un affidamento, tramite una procedura ristretta, ad una società che ha provveduto alla sistemazione ed al miglioramento di alcuni impianti. A differenza del passato, in questi ultimi anni sono stati realizzati nuovi ed importanti impianti come il campo di baseball, il campo in erba sintetica con spogliatoio, si è realizzata la trasformazione del Palaghiaccio in Palazzetto dello Sport che di fatto hanno notevolmente migliorato la fruizione del Centro. Le stesse strutture, inoltre, sono state
brillantemente gestite, fino ad oggi, dalle società sportive locali che, tra l’altro, hanno investito proprio denaro per acquistare materiale e per lavori manutentivi. Rimaniamo sorpresi (ma non troppo) nel vedere che il Capitolato per la concessione degli impianti approvato dalla maggioranza è, per il 90 per cento, copiato dal vecchio approvato dal Consiglio Comunale il 16 luglio 1999, salvo modifiche relative ai criteri di aggiudicazione (perché fra detti criteri non c’è l’indicazione della capacità tecnica?) e ad articoli di legge intervenute rispetto a 13 anni fa. Inoltre, è sorprendente che nel capitolato manchi del tutto un piano di sviluppo dell’intero Centro. La predisposizione di suddetto piano, è evidente, compete esclusivamente al Comune e non a chi partecipa alla gara, perché l’Ente proprietario del centro deve indicare, attraverso una seria analisi, cosa vorrebbe che si realizzasse di nuovo per tale struttura; come pure non è pensabile che chi partecipa ad una gara non abbia tra la documentazione un piano tariffario e a la previsione delle ore di utilizzo degli impianti convenzionati. Altra grave carenza riscontrata è la prospettiva di utilizzo futuro delle Associazioni sportive, che fino ad oggi hanno gestito alcuni impianti, le quali dovrebbero pagare al gestore, visto che sono state completamente esautorate da qualsiasi confronto con la vostra amministrazione, a differenza del passato quando furono tutte interessate per una gestione unitaria. Notiamo anche errori sul capitolato in merito alle manutenzioni minime della concessione del servizio. Infatti vi è scritto che tra le manutenzioni il gestore deve garantire la sistemazione di “….corsie, galleggianti, grate mobili di bordo vasca…”, quando sappiamo che la piscina non è presso il Centro. Ci chiediamo, ma chi parteciperà vorrà realizzare una piscina? Irrilevante è il prezzo a base d’asta di 6mila euro al rialzo, stabilito senza nessun criterio e studio appropriato, soprattutto alla luce della recente cessione da parte dell’Ente, con un contratto di affitto, ad una società, del locale “Palestrina”, per un canone di 448 euro mensili che la Società aggiudicataria riscuoterà paradossalmente senza dover corrispondere quasi nulla per la gestione del Centro. Si aggiunga, altresì, che la struttura “Palestrina” è stata recentemente oggetto di lavori di adeguamento termico. Nel capitolato all’art 6 si dice che il canone di aggiudicazione dovrà essere pagato all’Ente entro il 31 dicembre di ogni anno, mentre all’art. 13 si afferma che i pagamenti avverranno semestralmente. All’art 9 si dice che il concessionario può affidare a terzi “eventuali nuove edificazioni…esclusivamente destinate ad attività di Bar, Ristoranti/Pizzeria…”, ma all’interno del Centro non sono già presenti tali attività? L’art 23 prevede una procedura apposita per la valutazione dei tempi per l’effettiva realizzazione delle opere di qualificazione (punto 5 punteggio max 16), salvo poi al punto 4 della valutazione “dell’elemento di cui al punto 5” si parla di un’attribuzione max di 20 punti. Nel bando di gara, art. 8, si afferma che le offerte dovranno pervenire entro e non oltre il 30° giorno dalla data di pubblicazione del bando di gara all’Albo Pretorio, mentre all’art. 15 “non sarà preso in considerazione il plico che non risulti pervenuto entro e non oltre il 30° giorno dalla data di pubblicazione del bando di gara sulla Gazzetta Ufficiale”. Oltre a ciò, c’è il rispetto dell’art 70 del Codice degli Appalti? In caso affermativo, il termine di 30 giorni previsto è adeguato per la preparazione di un’offerta così complessa? Sempre nel bando, busta 2, si afferma che “i singoli elementi saranno valutati dalla Commissione di Gara, come da capitolato, art. 22”. Ma l’articolo del capitolato riguardante la valutazione delle offerte non è l’art. 23? Per tali importanti ragioni, Vi invitiamo a rivedere, e noi saremo ben disponibili a ciò, la delibera Consigliare da voi approvata, che potrebbe dar luogo, per tanti vizi ed errori, a ricorsi amministrativi”.