Onorevole Sindaco,
Le scrivo in quanto mosso da un’esigenza morale più che politica. Parafrasando una storica pubblicità televisiva, le dico semplicemente che “…con quella bocca non può dire ciò che vuole…” quando dietro le sue dichiarazioni si snoda il pensiero di speranza delle famiglie che vivono un dramma umano e sociale.
Nelle dichiarazioni rilasciate di recente, come nelle altre innumerevoli interviste concesse, lei dichiara che la ricostruzione delle abitazioni di Ponzano, con delocalizzazione, avverrà certamente entro due-tre anni e stima il costo dell’operazione in 20 milioni di euro per 30 nuove abitazioni.
Secondo le sue dichiarazioni, ogni nucleo familiare, al netto dell’acquisizione dell’area e alle spese relative agli oneri di urbanizzazione, potrebbe disporre mediamente di almeno 600 mila euro.
Siccome credo non sia giusto vendere aria fritta come prodotto di alta cucina, ritengo doveroso evidenziarle che, sulla base della legge a cui lei fa riferimento (art. 18- decies, L. 7 aprile 2017, n. 45), la sola certezza sta nella considerazione che il danno da evento franoso viene equiparato ai danni causati dagli eventi sismici, inserendo la possibilità di ricostruire mediante delocalizzazione.
Da questo dato certo, a lasciare intendere con le sue dichiarazioni rilasciate in pompa magna, che vi sono, quasi con certezza, 20 milioni di euro per le 30 abitazioni da ricostruire (dichiarazioni che non producono nessun effetto se non quello di attirare simpatia e consenso per la sua amministrazione), potrebbero illudere drammaticamente le famiglie coinvolte.
La sua amministrazione, autoreferenziale, non fa altro che cogliere ogni occasione per attribuirsi successi e medaglie di dubbio valore.
Le ha definito il caso di Ponzano come il primo in Abruzzo, e forse anche in Italia, di ricostruzione mediante
delocalizzazione, per ignoranza o mentendo sapendo di mentire, un caso si è già verificato a soli due passi da Civitella del Tronto, ossia a Faraone di Sant’Egidio alla Vibrata, che fu ricostruito nella nuova sede urbana negli anni cinquanta del secolo scorso a seguito degli eventi sismici e franosi, come stabilito dal D.P.R. 23 febbraio 1952, n. 424.
Ogni volta che un Consigliere, Presidente della Regione, un Assessore regionale, un Deputato, il Capo della Protezione Civile, ecc. hanno visitato Ponzano, ha sempre suonato la grancassa, inducendo la popolazione a credere che, delle normali e dovute visite istituzionali, fossero merito della sua amministrazione.
Siccome le parole hanno sempre un valore, e se usate male potrebbero sortire effetti devastanti, in qualità di Consigliere di Minoranza, le chiedo formalmente in base alla L. 241/1990 e al D.Lgs. 267/2000:
? Se esiste un atto di stima che porti alla valutazione dei 20 milioni di euro, da lei più volte citato, e se lo stesso è stato regolarmente acquisito agli atti dell’Ente.
Se esiste un atto relativo alla disponibilità vincolata di 20 milioni di Euro per la
ricostruzione di Ponzano. Qualora fosse in possesso di quanto richiesto, le chiedo sin d’ora scusa per aver
pensato a male.
Se invece, non fosse in possesso di alcun documento ufficiale e la sola certezza resta l’equiparazione del danno della frana al danno degli eventi sismici, mettendo gli abitanti di Ponzano nelle stesse condizioni di tutti gli altri abitanti del nostro Comune che hanno subito danni dal terremoto, dovrà chiedere venia pubblicamente a tutte le famiglie di e, contestualmente, dimettersi dalla carica di Sindaco per aver abusato della buona fede popolare.
Il Consigliere Comunale
Stefano Tucci