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Il Decreto ‘salva-Italia’ mette a rischio i servizi della Provincia di Teramo. Catarra: Così è difficile andare avanti

Teramo. Una mazzata tra capo e collo si abbatte sul palazzo della Provincia di via Milli. Lo chiamano decreto “salva-Italia”, ma continuando di questo passo gli italiani difficilmente riusciranno a salvarsi. E in Provincia, ormai, non sanno più a che Santo votarsi.

Molto presto, infatti, l’Ente teramano dovrà riaprire un bilancio già chiuso, alla ricerca disperata del modo migliore per recuperare una somma di 2milioni e 150mila euro che, aggiunto ai 4milioni e 800mila euro già tagliati e messi in conto, fanno un totale di 6milioni e 950mila euro in meno in cassa. Non solo. “In quattro anni” ha aggiunto l’assessore al Bilancio Davide Di Giacinto “grazie al Governo Monti, ma grazie anche ai debiti fuori bilancio lasciati dalla precedente Amministrazione, la Provincia ha immesso e immetterà 38milioni e 50mila euro in meno rispetto all’anno 2008”. Cifre da far accapponare la pelle. Il Governo Monti, poi, ha completamente azzerato i fondi per il personale dei Centri per l’Impiego ed i trasferimenti destinati alla manutenzione delle strade ex statali. “E’ ovvio che non possiamo licenziare i dipendenti della Provincia così come non possiamo smettere di fare la manutenzione delle strade” ha precisato Di Giacinto. “Non rimane altro da fare che rimettere mano ad un bilancio già chiuso per andare ad effettuare dei tagli”.

Trasversali e poco indolore stavolta. Su chi e cosa si abbatterà la “mannaia” non si ancora, ma la situazione è davvero drammatica. “Si stanno facendo danni incalcolabili e nessuno se ne sta rendendo conto” ha commentato il presidente Valter Catarra. “In queste condizioni diventa davvero difficile andare avanti. Siamo stati eletti dal popolo e per questo non ci tireremo indietro, ma la situazione sta diventando davvero troppo pesante. Sono convinto che riusciremo a trovare queste somme, ma dovremo fare i tripli salti mortali. Di fronte a tagli di queste dimensioni, puoi pensare di ottimizzare quanto ti pare, ma ad un certo punto sei costretto a tagliare i servizi. In questi anni abbiamo cercato di tagliare quei punti non sensibili per il cittadino, come il personale o il parco-auto. Oggi però comincio a preoccuparmi, ad esempio, per il Centro dell’Impiego. In questo caso la faccenda si complica, perchè si va a tagliare un servizio di sportello. Che si traduce in più code e più attesa per il cittadino. E’ davvero un modo barbaro per eliminare un Ente”.