Lo ha dichiarato il neocoordinatore dei Giovani Democratici teramani, Matteo Sabini, il quale ha ribadito che la sua organizzazione politica ritiene “inammissibile il comportamento dei consiglieri rosetani: essi stanno, nei fatti, commettendo una grave violazione della libertà di espressione. Se prima di prendere un simile provvedimento avessero prestato attenzione alla mozione indirizzata loro dagli studenti, gli esponenti del Pdl si sarebbero accorti che non c’è stata alcuna politicizzazione della questione: le classi del Saffo, nel loro documento, hanno analizzato lo stato della riserva puntualizzandone l’incuria a cui è stata sottoposta negli ultimi anni, quando il comune era amministrato da una giunta di un altro colore politico. Anzi, i ragazzi non si sono limitati a criticare ma hanno proposto una soluzione: nella mozione hanno invitato il consiglio a valorizzare la riserva, chiedendo una maggiore concertazione con la società civile sulle scelte riguardanti il Borsacchio. La scuola, secondo i Giovani Democratici, ha l’obbligo di concorrere alla formazione di una coscienza critica delle nuove generazioni: è questo ciò che è accaduto al Saffo, anche grazie al lavoro – ormai biennale – portato avanti sul tema. Oltre a deplorare l’atto consiliare, i Gd della provincia di Teramo esprimono tutta la loro solidarietà e vicinanza ai ragazzi del Saffo, al preside Viriol D’Ambrosio e a tutto il corpo docente; parti con le quali i Giovani Democratici avvieranno una discussione sul tema. Di conseguenza – conclude la nota – chiedono all’istituzione comunale di fare un passo indietro sulla delibera adottata: la censura appartiene ad altri paesi o ad altre epoche storiche. La politica inoltre, invece di arroccarsi su posizioni autoreferenziali ed usare strumenti intimidatori, farebbe meglio a prestare più attenzione alle istanze della società civile”.