In merito alla ipotetica soppressione dei Bacini Imbriferi Montani, interviene oggi il consigliere comunale del Pd Teramo, Manola Di Pasquale, convinta che, nella razionalizzazione degli enti pubblici per il risparmio delle risorse, non si possa fare di tutta l’erba un fascio. “Bisogna saper distinguere tra gli enti che servono e quelli che oggi hanno perso le loro funzioni e costituiscono soltanto un costo inutile per la collettività” dichiara in una nota.
La Di Pasquale ricorda ancora che nel 1952 il legislatore prevedeva la possibilità per i Comuni che percepivano il sovra canone dai concessionari dell’energia elettrica, di unirsi in consorzio Bim, per meglio utilizzare e razionalizzare il risorse ed avere, quindi, la forza necessaria per tutelare i territori in cui gli operatori sfruttavano le risorse, come l’acqua, per i loro profitti.
“All’epoca” aggiunge “i 22 comuni del Bim Vomano- Tordino e gli 8 del Bim Tronto si unirono ed hanno prodotto negli anni, nei territori interessati, opere pubbliche, interventi comuni e promosso turisticamente le nostre montagne e località marine. Si sono, poi, difesi dagli attacchi dell’Enel e la loro forza sul tavole delle trattative è derivata proprio dal fatto che avevano deciso di mettersi insieme nel Bim. L’unione dei comuni nel Bim, quindi, raggiunge un doppio importante obiettivo: da una parte permettere anche a piccoli comuni di poter fare delle grandi opere utilizzando le risorse di tutti, che non vengono da finanziamenti pubblici, e dall’altro di essere forti contro la società concessionarie che pur sfruttando beni comuni e le nostra Montagne, vogliono pagare sempre meno. Ed allora bisogno domandarsi: è più conveniente per un comune avere una piccola somma come sovra-canone che si perderebbe inevitabilmente nei difficili bilanci dei comuni o utilizzare i maggiori fondo comune ed avere quindi una incisività maggiore? E poi che forza avrebbe il piccolo comune da solo contro grandi società private come l’Enel? Resterebbe schiacciato. Ed allora siamo seri e ragioniamo con intelligenza e non con demagogia. Se oggi, pertanto, i BIM hanno perso la funzione ed i costi di gestione superano i benefici, ( come accade per quello del Tronto) allora si devono sciogliere. Ma se ancora mantengono quella importante funzione che tutela proprio il territorio sfruttato ed il piccolo comune e dà, quindi, concrete ed evidenti risposte in termini di opere e di interventi, che giammai avrebbero i piccoli comuni da soli potuto realizzare (come accade per il Bim Vomano Tordino costituito da 22 comuni), come si può soltanto pensare di eliminare un tale importante strumento?”.